Parla Zazzaroni «Chievo, ti salvi poi svecchi e tieni Stepinski»
A Bologna: «Loro deboli dietro»
Zucchero sull’ottimismo del popolo della Diga. «Il passo lungo è stato fatto col Crotone, a Bologna non c’è niente di facile ma non credo che avrà difficoltà a salvarsi, il Chievo». Bolognese doc, classe ‘58, giornalista e conduttore in tv e radio, Ivan Zazzaroni aiuta a inquadrare meglio la trasferta di domani al Dall’Ara. Di tifosi del Chievo in Emilia ne andranno parecchi. Come parecchia è la fiducia: 34 punti, +1 sulla zona rossa, un calendario che suona più clemente - si chiude fra otto giorni col Benevento al Bentegodi alle 18 - rispetto a quello del Cagliari, terzultimo, Firenze poi l’Atalanta in casa.
Come s’inquadra, Zazzaroni, questo Bologna che attende Sorrentino e soci?
«È un Bologna abbastanza disorientato. Senza obiettivi di classifica. Viene da una stagione simile a quella precedente. E mostra palesi difetti difensivi non risolti».
Il Chievo deve risolvere la pratica salvezza.
«Quella è la vera urgenza di giornata. Il pubblico del Dall’Ara (saranno in 25 mila, ndr) vuol vedere una bella partita. Ma la motivazione altrui penso farà la differenza».
Partita mai facile per il club della Diga a Bologna, no?
«Precedenti pieni di pareggi, vero, e ricordo pochissime sconfitte rossoblù. Però il passo lungo l’ha fatto col Crotone, il Chievo: guardando oltre Bologna non dovrebbe avere grandi difficoltà a salvarsi».
Dice Donadoni alla vigilia: «Vogliamo chiudere bene».
«Chiudere bene non significa nulla. È stata una stagione più di bassi che alti. Per due anni il club non ha investito perché Saputo ha posticipato al prossimo torneo il ritorno alle spese. Dunque è un Bologna che ha sempre qualità davanti (Verdi, Palacio, Destro, ndr), in mezzo non è male ma dietro sconta tanti problemi».
Anche il Chievo di quest’anno, in fase difensiva, è stato problematico: - 58 gol, sestultima retroguardia, un dato che non c’entra niente con la tradizione di Veronello. Come lo spiega?
«Le imbarcate prese dal Chievo mi hanno abbastanza sorpreso. Stonano con una squadra dall’età media molto alta. Però c’è stata una fase della stagione in cui sono mancati giocatori importanti, soprattutto in mezzo al campo, vedi Castro, e forse quello ha inciso sui meccanismi».
Meglio davanti, dove se non altro si vede un po’ di futuro con Stepinski...
«Davanti il Chievo ha tante soluzioni. Come in mediana, del resto. Credo che tecnicamente, in questo senso, sia abbastanza simile al Bologna. E Stepinski mi piace».
Perché?
«È pronto appena entra, incide, punta la porta. Uno così va riscattato subito».
Giusto dire che da uno così si può iniziare a ringiovanire la rosa?
«Giusto. Da lui e da Bani. Il Chievo l’anno prossimo non può presentarsi ancora allo stesso modo. Deve svecchiare. Ricordo lo scudetto Primavera 2014: quel patrimonio s’è poi disperso, unica eccezione Depaoli».
Il Chievo che deve svecchiare ricomincerà comunque da D’Anna.
«Uomo di fiducia e garanzia, lui. Giusto che rimanga, in A. Ancor di più se il Chievo dovesse retrocedere».
Però lei pare escluderlo, giusto?
«C’è chi sta peggio: soprattutto il Cagliari».
Torniamo, per chiudere, al ringiovanimento?
«Penso al Chievo di quand’era ds Giovanni Sartori (oggi all’Atalanta, ndr). Uno che guardava anche al capello e indovinava diversi ragazzi interessanti, abbastanza a sorpresa in molti casi, perché uno come Théréau ad esempio non era certo conosciuto. Quella filosofia è poi cambiata. Il Chievo ha tirato i remi in barca. Lavorando più sulla conservazione che sui giovani. Ora mi sembra tempo di cambiare rotta».
Il giornalista Il Chievo di Sartori indovinava ragazzi interessanti, quello di oggi è conservativo