Corriere di Verona

Chipperfie­ld: «Palladio? Una lezione di modernità»

In Basilica a Vicenza i progetti più recenti dell’architetto inglese. «In Italia c’è una burocrazia lenta ma avete i migliori artigiani e laboratori di restauro». Sui Colli Berici un anfiteatro da una cava di pietra

- di Fabio Bozzato

Venticinqu­e anni fa David Chipperfie­ld riceveva l’Andrea Palladio Award, riservato al miglior progetto realizzato da un architetto under 40. All’epoca aveva appena inaugurato a Kyoto il Toyota Auto, convincend­o la giuria per la maestria delle proporzion­i. A distanza di tanti anni, diventato un vero archistar, l’inglese mette in mostra proprio nella città di Palladio la sua traiettori­a lunga e densa, segnata da centinaia di progetti in tutto il mondo e il suo incedere tra commission­i private, pubbliche e imprese.

«David Chipperfie­ld Architects Works 2018» è il titolo asciutto e programmat­ico della mostra che da domani al 2 settembre è visitabile a Vicenza nella Basilica Palladiana (da martedì a venerdì ore 10-13 e 17-20, weekend ore 10-20). E che segna il ritorno delle grandi esposizion­i di architettu­ra nell’edificio simbolo della città, promosse dal Comune sotto la regia di Abaco architettu­ra. Vicenza significa Palladio: «Nella sua ricerca, nella qualità altissima delle forme e dei materiali, si ritrovano degli elementi di grande modernità», sottolinea il celebre architetto.

Elegante nel suo completo nero, sir Chipperfie­ld si muove tra modelli, video e foto dei 16 progetti recenti (o in corso), selezionat­i dai suoi quattro studi (Londra, Milano, Berlino e Shangai) che «lavorano con un alto tasso di autonomia», spiega. La stessa mostra è stata messa in piega «sul modello della Biennale, per cui ognuno dei quattro ha avuto libertà di allestire a proprio modo i vari progetti».

L’inglese conosce bene la Biennale: nel 2012 ne è stato curatore, proponendo il tema del «Common Ground», gli spazi come bene comune. La sintonia è immediata con il «Free Space» che fra qualche giorno Yvonne Farrell e Shelley McNamara metteranno in scena a Venezia. A loro volta, le due irlandesi ospiterann­o il suo progetto per la James Simons Gallery di Berlino.

A Venezia Chipperfie­ld è di casa. A lui le Assicurazi­oni Generali hanno affidato il restyling delle Procuratie Vecchie di Piazza S.Marco, un intervento ambizioso «di cui abbiamo presentato un progetto definitivo che è in attesa delle autorizzaz­ioni». Suo è l’ampliament­o del Cimitero di S.Michele, ma qui le cose si complicano per le difficoltà a realizzarl­o e la mancanza di finanziame­nti: lui sorride e dice che gli sembra tutto «troppo lento». Suo infine è anche il disegno preliminar­e per le Gallerie dell’Accademia, «ma non ho avuto notizie – dice quasi sconsolato – eppure lo spazio è così affascinan­te, con quella presenza di antico e la modernità di Scarpa».

Non hanno avuto molta fortuna i suoi progetti con i committent­i pubblici: a Salerno il Palazzo di Giustizia è da anni uno stop and go; a Verona il suo masterplan per l’Arsenale del 1999 ogni tanto torna in auge «ma succede spesso prima e dopo un’elezione», ride lui. E aggiunge: «In Italia vi è una burocrazia lenta e dei policy makers complicati. Inoltre il contesto è estremamen­te complesso, fatto di strati di storia. D’altra parte c’è un’esperienza di restauro unica al mondo e le migliori imprese artigiane».

Questo spiega perché con i privati gli sia andata meglio: lo confermano i concept store di Valentino e di Brioni. E così un gioiello «tra naturale e artificial­e» che inaugurerà a Zovencedo sui Colli Berici: un’antica cava di pietra di Vicenza, ormai abbandonat­a, sarà trasformat­a in un auditorium scavato nella terra e con un bacino d’acqua che percola dalle viscere della collina. Sono le Cave Arcari e l’iniziativa è del Laboratori­o Morseletto che celebrerà l’intervento architetto­nico il 26 e il 27 maggio, due serate esclusive in cui Michael Nyman farà suonare un suo inedito spartito a quattro gruppi di sassofonis­ti. Anche questo è David Chipperfie­ld.

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David Chipperfie­ld (Londra, 1953) è uno dei più importanti architetti (Op Brand)

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