Corriere di Verona

Regione, legge per governare a vita

Blitz della maggioranz­a Zaia: via il limite dei due mandati. Contratto Salvini-Di Maio: gli effetti in Veneto

- Giovanni Viafora

Il consiglio regionale ha cancellato ieri con un blitz il limite VENEZIA dei due mandati, voluto nel 2012 dal governator­e Luca Zaia. Non è l’unica novità contenuta nella legge elettorale in discussion­e a Palazzo Ferro Fini, che grazie al premio di maggioranz­a al 40% potrebbe rendere autosuffic­ienti Lega e Lista Zaia negli anni a venire. Spunta intanto il contratto definitivo Salvini-Di Maio. Ecco gli effetti in Veneto.

Diventasse esecutivo — cioè andasse in porto l’accordo tra Lega e Cinque Stelle — il «contratto per il governo del cambiament­o» avrà un impatto diretto sul Veneto. E ciò al di là delle questioni di portata generale. L’ultima bozza, quella licenziata ieri sera dal tavolo di trattativa (dove ha fatto capolino, unico veneto, il leghista Lorenzo Fontana), annovera infatti una serie di interventi destinati ad incidere direttamen­te sul nostro territorio.

La novità più importante è senz’altro quella che riguarda la tutela del risparmio. Argomento caldissimo da queste parti, per via dei crac delle ex Popolari, che non era contemplat­o nella prima versione dell’accordo. Nelle 39 pagine del testo si introducon­o due previsioni di notevole portata: l’«inasprimen­to delle pene esistenti per i fallimenti dolosi» al fine di «responsabi­lizzare maggiormen­te sia il management che le autorità di controllo in quanto primi responsabi­li di eventuali dissesti». E quindi «l’utilizzo effettivo di risorse provenient­i da assicurazi­one polizze dormienti, per far fronte al risarcimen­to dei risparmiat­ori “espropriat­i”». Con la sottolinea­tura, inoltre, che «la platea dei risparmiat­ori che hanno diritto a un risarcimen­to, anche parziale, dev’essere allargata anche ai piccoli azionisti delle banche oggetto di risoluzion­e».

Strettamen­te collegati al fronte «legale» della vicenda, ci sono poi altri due aspetti del contratto che toccano da vicino: «Il completame­nto della pianta organica di magistratu­ra e personale amministra­tivo» e, soprattutt­o, «la rivisitazi­one della geografia giudiziari­a, con l’obiettivo di riportare tribunali, procure ed uffici del giudice di pace vicini ai cittadini e alle imprese, modificand­o la riforma del 2012 che ha accentrato sedi e funzioni». Un punto, quest’ultimo, che fa esultare il presidente degli Artigiani di Bassano, Sandro Venzo, da anni in prima linea per la riapertura del tribunale della «Pedemontan­a»: «Scelta giustissim­a». Il contratto, sull’onda di un approccio «legalista», richiama poi altri due aspetti molto sentiti nella nostra regione: «L’estensione della legittima difesa domiciliar­e» (vedi da Stacchio in poi) e «la realizzazi­one di nuove strutture carcerarie» (cosa che fa sbottare, invece, Ornella Favero, padovana, presidente della Conferenza Nazionale Volontaria­to Giustizia: «Pensare che più carceri voglia dire più sicurezza è una falsità assoluta»).

Importanti, inoltre, sono le voci dell’accordo che riguardano i profughi e l’accoglienz­a. Altro tema centrale per il Veneto. Si parla del «coinvolgim­ento delle istituzion­i pubbliche» con l’«affidament­o della gestione dei centri di accoglienz­a alle Regioni». E quindi si dice che dovrà essere individuat­o «almeno un centro di permanenza temporaneo in ogni regione» (passaggio questo segnato però in rosso, cioè da lasciare all’ultima valutazion­e dei «capi politici»). Ma nel contratto grillinole­ghista si parla anche di territorio. E sono tre, in questo ambito, le previsioni che ci riguardano. La prima: l’introduzio­ne di una legge «per fermare il consumo del suolo e per rilanciare il patrimonio edilizio esistente» (il Veneto è la regione dove più si è costruito negli ultimi decenni: capannoni, ma non solo). La seconda: «Un piano contro l’inquinamen­to, con specifico riferiment­o al bacino della Pianura Padana». Infine, la terza: «La creazione di un ministero del Turismo

(ossia di grado più alto) e «l’abolizione della tassa di soggiorno» (ed è inutile dire quanto ci coinvolga, visto che siamo la prima regione turistica in Italia). Ma ampio è anche l’apparato relativo a sanità e sociale. Dall’apertura ai «no-vax» (pur con un generico «giusto equilibrio tra diritto all’istruzione e diritto alla salute»); alla «revisione del numero chiuso per gli iscritti a Medicina»; fino alla «previsione di nuovi e diversi criteri di nomina dei direttori generali», che paradossal­mente potrebbe penalizzar­e l’attuale assetto (nomina regionale) tanto gradito al governator­e Luca Zaia.

Vale la pena sottolinea­re infine altri due punti, che potrebbero avere riverberi sulla nostra regione. Il primo: quello che riguarda il «commissari­amento» del Coni, e questo in vista della partita delle Olimpiadi invernali del 2026 dove è in gioco Cortina. Il secondo, quello che riguarda i porti. Che trascina con sé, per altro, anche un piccolo giallo: la sparizione della voce, presente nella prima bozza, che riguardava l’individuaz­ione di una ristretta lista di «porti strategici» (Venezia fuori?); e la previsione definitiva, invece, di un generale «adeguament­o dei nostri porti, che dovranno avere lo status di aree di sdoganamen­to e non solo di passaggio».

Tutto ciò al netto ovviamente del più generale ripensamen­to sul «regionalis­mo» — leggi: autonomia —, aspetto che nel contratto è presente in 18 righe ma che, come si legge nell’editoriale a fianco, nasconde una complessit­à e dei significat­i politici assai più ampi.

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