Einaudi, il corso sul Marocco e l’ira della Lega
Il deputato Comencini: «Roba islamista». Il preside: «Fraintendimento»
Spazi a una associazione che esprime una cultura lontana dalla nostra
Poco tempo fa un convegno sulle foibe, organizzato dall’associazione Battiti con il patrocinio del Comune di Verona. C’è chi ha puntato il dito: «Iniziativa di parte», naturalmente «troppo di destra». Oggi nel mirino finiscono le lezioni sul Marocco. Accusate, da parte del deputato della Lega, Vito Comencini, di essere il prodromo di un «indottrinamento islamista». «In qualche settimana siamo passati dall’essere una scuola “nazista” all’essere un istituto “talebano”» è lo sconsolato commento del preside, Flavio Filini. Ma cos’è successo? La Lega ha lanciato l’allarme ieri con un comunicato. «Non alla propaganda islamica alle scuole Einaudi» si legge, diffondendo il testo di una convenzione stipulata con l’associazione Saadia. Per riassumere, la scuola fornisce spazi, per le attività extrascolastiche, a questa realtà, composta per lo più da cittadini (in maggioranza da donne) di cittadinanze marocchine. In cambio chiede una serie di cose, dalla pulizia delle aule (dopo l’uso) fino alla copertura assicurativa. Ma una contropartita consiste anche nell’organizzare delle attività didattiche riservate agli studenti. Ed è proprio questo punto a essere nel mirino di Comencini. «Mi chiedo a quale titolo il dirigente scolastico abbia ritenuto di concedere spazi pubblici a un’associazione privata, associazione il cui retroterra culturale è lontano anni luce dal nostro modo di intendere la vita. Il rischio è quello di somministrare una pericolosa ‘pillola’ islamista ai nostri ragazzi, facendo passare il concetto che una cultura vale l’altra, secondo la peggiore deriva relativistica. Sarebbe il preludio a un processo di islamizzazione tanto silente quanto subdolo». Comencini non apprezza, inoltre, che presidente dell’associazione sia Samira Chabib, mediatrice culturale molto vicina a Flavio Tosi, tanto da candidarsi nelle sue liste alle regionali e alle ultime elezioni municipali. «Evidentemente - nota esprime una sensibilità politica ben lontana dal nostro modo di intendere la promozione culturale e le iniziative per i giovani». Il documento diffuso da Comencini, però, non specifica quali siano le attività didattiche. Su questo punto fa chiarezza il preside. «Credo ci sia stato un fraintendimento afferma Filini -. Noi siamo un istituto tecnico con indirizzo in turismo e marketing. Da anni da noi si insegna il cinese. Abbiamo fatto anche corsi di hindi, giapponese e di arabo, ma con docenti italiani. All’associazione abbiamo chiesto di organizzare un incontro con gli studenti sull’economia del Marocco, da analizzare come paese turistico e come possibile mercato. L’Islam non c’entra niente. Anzi, sono i cittadini marocchini a beneficiare di lezione di lingua italiana, in base a quei principi di apertura al territorio previsti dalla legge sulla Buona Scuola». Ma a ben guardare qualche legame con la religione c’è. Indiretto. La convenzione è stata stipulata a gennaio. In questi giorni, l’associazione Saadia ha richiesto di poter utilizzare spazi della scuola per la preghiera del Ramadan. È già successo l’anno scorso e ovviamente si tratta di un utilizzo extrascolastico. «È una richiesta che nasce dal fatto che per alcuni la moschea è difficilmente raggiungibile», specifica Chabib. Il preside ha portato il caso in Provincia e in Prefettura. «Giusto che diano loro l’autorizzazione - fa sapere - ma da allora sulla mia scuola si sono accesi i riflettori».