Settimane decisive per l’Amia ora la giunta vuole mettere a gara solo il servizio di smaltimento
Polato prospetta la soluzione al sindacato, oggi nuova assemblea dei lavoratori
Battaglia (e tempi stretti) sul futuro dell’Amia. La giunta comunale ha infatti tempo fino all’11 giugno per prendere una decisione, e ieri mattina l’assessore Daniele Polato ha incontrato le segreterie sindacali (mentre un folto gruppo di dipendenti aspettava all’esterno di Palazzo Barbieri) per fare il punto sulla situazione. Al momento, la posizione dell’amministrazione si può riassumere così: l’affidamento diretto del servizio all’azienda (in house) non è praticabile, mentre la strada del project financing non viene esclusa (anche se l’iter dovrebbe comunque essere per il momento sospeso) ma a tutt’oggi l’ipotesi decisamente privilegiata è quella di effettuare una gara a doppio oggetto, mettendo all’asta il settore dello smaltimento (inteso come ultima fase del ciclo) dei rifiuti e mantenendo in Amia (e quindi in Agsm, che di Amia è la casa madre) tutto il resto.
Perché questa scelta? In giunta si ritiene che la cessione dello smaltimento non avrà ricadute occupazionali (non ci sono praticamente addetti a quel settore). Viene inoltre respinta la valutazione degli esponenti vicini a Flavio Tosi (che con l’assessore Enrico Toffali avevano avviato il project financing) per cui c’è il rischio che alla gara per aggiudicarsi lo smaltimento partecipino o aziende troppo piccole (in un settore che la cronaca nera dimostra essere esposto a infiltrazioni malavitose) oppure aziende troppo grandi (che, acquisito un settore, potrebbero mangiarsi il resto dell’azienda). Secondo l’assessore Polato, invece, le regole fissate dalla normativa regionale prevedono che chi parteciperà alla gara dovrà avere un impianto di smaltimento in Veneto, escludendo ogni concorrente che arrivi da fuori. Quanto al project financing, non viene escluso che possa essere ripreso in considerazione, ma al momento si studia appunto quella di una gara a doppio oggetto. Ricordiamo che il consiglio comunale (su richiesta del leghista Mauro Bonato e del casaliano Massimo Paci) aveva chiesto all’unanimità (ma erano rimasti fuori dall’aula tutti i consiglieri tosiani) di sospendere la procedura del project, raccomandando invece l’affidamento in house (o, in subordine, la gara a doppio oggetto).
I sindacati terranno oggi una nuova assemblea, nel corso della quale sarà illustrata questa ultima ipotesi, ma intanto mantengono lo stato di agitazione del personale e oggi potrebbero proporre uno sciopero. Sul tema interviene intanto Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) secondo il quale «sulla questione, Tosi rischia di avere ragione non perché abbia argomenti validi (la sua soluzione del project è sempre stata avversata dai lavoratori e le agitazioni di questi giorni sono frutto di quelle scelte) ma a causa dell’immobilismo dell’attuale amministrazione». Bertucco spiega che «dopo aver promesso mesi fa ai propri consiglieri di maggioranza e dipendenti Amia (Bonato e Paci, ndr) di valutare la possibilità di annullare il project per far ritornare Amia in house, l’amministrazione Sboarina non ha più dato notizia di sé. Se ora rinuncia a questa strada – aggiunge - per tentare l’avventura della gara a doppio oggetto, deve darsi una mossa. La scadenza dell’11 giugno relativa al project (ricevimento delle offerte) non è più rinviabile e già da oggi la giunta deve predisporre un piano, bandire una gara per individuare un partner privato, decretare la sospensione del project e prepararsi a resistere alla pressioni di chi vorrà vedere riconosciuto il diritto di partecipare al project già indetto. La strada – conclude Bertucco - è in salita anche perché nel campo dello smaltimento occorre stare attenti a chi ci si porta in casa, e le inchieste della magistratura stanno lì a dimostrarlo…».
Scartata L’assessore esclude l’ipotesi «in house» Bertucco «Strada in salita, scadenza sul project non più rinviabile»