«Mia figlia Chiara ha fatto una cavolata Speriamo solo che riesca a salvarsi»
Parla il papà della ragazza caduta alla stazione della funicolare. Operata alla testa, è gravissima
«Ci sono novità? Speriamo davvero che quella poveretta ce la faccia». Alla funicolare di Castel San Pietro, ieri mattina, le due dipendenti continuavano a pensare a quanto accaduto la sera prima. All’allarme lanciato dalla coppia di turisti spagnoli e a quel viavai frenetico dei mezzi di soccorso. Disperati tentativi di salvare la vita a Chiara Pajola, la giovane di 18 anni di Vago di Lavagno, precipitata all’improvviso dal tetto della stazione di «monte» dell’impianto di risalita inaugurato l’anno scorso.
Un volo nel vuoto da un’altezza di almeno quattro metri e poi l’impatto, violentissimo, sul marmo della piazzola. I soccorritori di Verona Emergenza intervenuti sul posto insieme ai carabinieri, hanno immediatamente capito la gravità della situazione e dopo averla stabilizzata e intubata, l’hanno trasportata in codice rosso all’ospedale di Borgo Trento dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico già nella serata.
Un trauma cranico gravissimo, sulla parte destra della nuca: ora è in coma farmacologico e i medici del reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgica hanno voluto tenere riservata la prognosi.
Mamma e papà, insieme al fratello maggiore, hanno atteso per tutta la mattina qualche novità, nel corridoio del primo piano del Polo Confortini. Un passaggio a casa, all’ora di pranzo, e poi di nuovo lì, a sperare.
Papà Paolo, però, ieri pomeriggio era al lavoro, nel suo negozio di Borgo Santa Croce: «Le hanno appena fatto un encefalogramma, sto aspettando che mi chiami mia moglie per sapere qualcosa». Non era stato a Castel San Pietro, non aveva idea di come fosse potuto succedere. Ma non cercava scuse né commiserazione: «La cavolata l’ha fatta lei e, conoscendola, ci credo. Perché è fatta così: se si mette in testa una cosa, non c’è modo di levargliela». Ci hanno provato anche i due amici che erano con lei martedì sera, a Castel San Pietro, ma non c’è stato nulla da fare: Chiara, dipendente di un bar in città, voleva saltare sul tetto della stazione della funicolare e dopo essersi messa in piedi in cima al muraglione, ha spiccato il volo.
Ma quando era là, sopra le tegole, ha perso l’equilibrio all’improvviso ed è caduta di sotto da un’altezza di almeno quattro metri, battendo violentemente il capo sul marmo del pavimento della piazzola. «Era lì con la sua amica e il fidanzato di lei. Ha detto “adesso salto” e non c’è stato verso di farle cambiare idea. La sua amica mi ha detto che si sono anche arrabbiati, ma lei è fatta così», raccontava Paolo.
Arrivata sul tetto, una tegola si sarebbe spezzata all’improvviso e lei, probabilmente, si è sbilanciata all’indietro senza nemmeno riuscire ad appoggiare le braccia in avanti per tentare di attutire l’impatto. Il primo a soccorrerla è stato il turista spagnolo. «Era un medico, ha detto a tutti di non toccarla per non peggiorare le cose. Poi i soccorsi sono arrivati immediatamente ed è merito loro se ora possiamo sperare ancora un po’» ha proseguito il padre.
I due amici sono dovuti scendere fino al campeggio e poi si sono precipitati alla piazzola, prima di seguire Chiara in ospedale. «Non so se vi fossero divieti o meno, non so perché siano andati lì. Ma adesso non conta» rifletteva papà Paolo.
Di una cosa, però, era assolutamente sicuro: «Qualcuno ha detto che voleva andare sul tetto per fare un graffito, ma è impossibile - ha detto -.Mi hanno imbrattato la porta sul retro e lei ce l’ha a morte con i writer».
E non era nemmeno lì per una prova di parkour: «Non l’ha mai fatto e non ha iniziato certo ieri». Questioni assolutamente secondarie, adesso: «C’è solo da sperare».
Intanto là, anche ieri mattina, c’erano due ragazzi affacciati pericolosamente sullo strapiombo. Le transenne dei lavori in corso, con tanto di rete arancione da cantiere e cartelli di divieto di accesso, «sdraiate» sull’erba bagnata. «Cosa? È caduta una ragazza? Non ne sapevamo nulla» commentavano i due. Ma Chiara non è stata l’unica a saltare sul tetto. Le scritte vergate con il pennarello nero sulle tegole, sono lì a raccontare che qualcun altro ha già rischiato.