Corriere di Verona

Armi e documenti rubati In carcere Eugenio Pizzi e Massimo Castelli

- La. Ted.

Sono appena tornati in carcere con accuse diverse e in città diverse. Ad accomunarl­i, oltre a essere di Verona, risulta un passato arcinoto alle forze dell’ordine nonché alle cronache nera e giudiziari­a. Parliamo di Massimo Castelli ed Eugenio Pizzi: il primo è finito dietro le sbarre a Brescia dopo essere stato sorpreso in auto con una 357 magnum. Nei suoi confronti, dopo la convalida, il gip ha confermato la detenzione carceraria. Dovrà invece attendere l’interrogat­orio venerdì all’ex Mastino Eugenio Pizzi, arrestato per una ricettazio­ne di docunenti rubati: entrambi, Pizzi e Castelli, sono difesi dall’avvocato Maurizio Milan. Ma facciamo un passo indietro, a partire da Castelli che venne condannato a dieci anni per la sanguinosa sparatoria del 3 marzo 2001 a Ferrara: ci sarebbe stato proprio il veronese con un complice, a bordo dell’Alfa 166 scura, da cui partirono le raffiche di mitra contro i carabinier­i Roberto Perricciol­i e Simone Agresti. Solo tre anni dopo, grazie alla stretta collaboraz­ione tra gli uffici investigat­ivi di Padova, Venezia, Ferrara e Verona, vennero spiccate due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Mariano Magro, 42 anni, di Legnaro già in carcere a Venezia per associazio­ne a delinquere ma poi assolto, e Castelli, allora 36 anne, che viveva libero a Verona e non era mai entrato nelle inchieste sulla «mala veneta».Quanto invece a Pizzi, può «vantare» un passato di rapine e reati contro il patrimonio, come quando nel 2008 venne arrestato per un colpo insieme all’altro veronese Carlo Andrea Begal, dopo il colpo nella filiale del Banco Popolare di Verona di San Pietro di Lavagno.

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