Premio Calvino in finale c’è il veronese Tapparelli
Il Comitato di lettura del premio Italo Calvino ha scelto, tra i 720 manoscritti partecipanti al bando, le opere finaliste da sottoporre al giudizio della giuria della trentunesima edizione, composta da Teresa Ciabatti, Luca Doninelli, Maria Teresa Giaveri, Vanni Santoni e Mariapia Veladiano. Tra i nove testi inediti c’è L’inverno di Giona di Filippo Tapparelli veronese, classe 1974. L’autore ha studiato letteratura inglese e russa all’Università della nostra città. È impiegato in un’azienda metalmeccanica veneta. Si legge da un breve profilo diffuso dal premio Calvino: «Tapparelli ha letto molto e non ha frequentato scuole di scrittura. Per il suo romanzo si è ispirato ai paesaggi montani a lui familiari della Lessinia e all’umanità di Castiglione delle Stiviere. Ammira Carver e ha pubblicato in antologie vari racconti di psicologia noir». Per la vittoria, Tapparelli dovrà vedersela con Elena di Sparta di Loreta Minutilli; Il faraone di Riccardo Luraschi; Il grande vuoto di
Adil Bellafqih; Omeocrazia di Maurizio Bonino e Valentina Drago; La sartoria di via Chiatamone di Marinella Savino; Sinfonia delle nuvole di Giulio Nardo; Talib, ovvero la curiosità di Bruno Tosatti; Trovami un modo semplice per uscirne di Nicola Nucci.
La cerimonia di premiazione si svolgerà, alla presenza dei giurati e di Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, martedì prossimo al Circolo dei lettori di Torino.