Pronta la stretta sui negozi etnici che inquietano le periferie
L’ordinanza con cui il sindaco Federico Sboarina ha disposto un limite di orario per trenta giorni (apertura dalle 8 alle 13.30) di un negozio etnico in via Gaspare del Carretto potrebbe non essere l’unica. In un’audizione in commissione con i residenti della zona, ieri a Palazzo Barbieri, è emerso che ci sono almeno altri quattro esercizi delle periferie cittadine che sono all’attenzione del Comune e possibili destinatari di simili provvedimenti nei prossimi giorni. Si tratta di negozi o minimarket ubicati in piazza del Popolo, in via Salieri (entrambi a San Michele Extra), in via Pier Fortunato Calvi e in via Centro (in Borgo Roma).
Hanno tutti caratteristiche di problematicità simili al negozio delle Golosine da tempo oggetto di segnalazioni per schiamazzi, rumori, degrado, sporcizia, il tutto fino a tarda notte. Oltre a episodi di ubriachezza molesta da parte degli avventori, che sarebbero in maggioranza cittadini nigeriani, vengono segnalati spaccio di droga, prostituzione, presenza di pregiudicati. «È gente pericolosa, abbiamo paura in particolare per le bambine che frequentano la vicina scuola», ha detto tra gli altri una residente, Manola Campagnari, tra le promotrici di una petizione che ha raccolto 500 firme. Durante la commissione, alcuni residenti hanno parlato di persone seguite o minacciate dagli avventori del negozio. Fatti che, però, non sono mai stati denunciati. «Molti non lo fanno per paura - dice Laura Bocchi, consigliera comunale della Lega - ma è necessario per dare poi forza ai provvedimenti dell’amministrazione».
Solo da quando si è insediata l’amministrazione Sboarina, ci sono stati 17 interventi di varie branchie delle forze dell’ordine, che hanno riscontrato svariate irregolarità, non ultime sul fronte igienico-sanitario. Su queste basi si è fondata l’ordinanza di Sboarina, che ha potuto sfruttare una norma del pacchetto sicurezza contenuto nel decreto del ministro dell’interno del governo Gentiloni, Marco Minniti.
«Abbiamo fatto l’intervento più incisivo possibile, compatibilmente con le norme, anche aspettandoci possibili ricorsi al Tar», ha chiarito Sboarina, per cui l’ordinanza «è il presupposto per un intervento
L’assessore Polato È finita l’era delle chiacchiere, il futuro governo ci dovrà dare risposte concrete
più lungo e più duro». Qualora infatti il limite di orario non dovesse venire rispettato, o si registrassero altri problemi, potrebbero seguire provvedimenti ancora più restrittivi, fino alla chiusura definitiva. Tra l’altro, nel caso del negozio di via del Carretto, la Questura ne aveva già disposto la chiusura per 30 giorni lo scorso ottobre.
L’assessore alla Sicurezza Daniele Polato è consapevole che in ogni caso tutti questi sforzi sono poco efficaci nel risolvere il problema alla radice. «Avremmo bisogno di più uomini nella Polizia municipale, almeno 50 o 60 agenti in più», sottolinea. In vista del nuovo possibile governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega, che ha i temi della sicurezza e dell’ordine pubblico in cima all’agenda del «contratto», Polato spiega che «è finita adesso l’era della chiacchiere, vogliamo vedere i fatti». A partire dallo sblocco del Patto di stabilità che consentirebbe, a Comuni che hanno importanti risorse accantonate come quello di Verona, di implementare le risorse per la sicurezza.