Corriere di Verona

Da Genty a Forcolin, i perplessi del contratto

- Ma. Bo.

Il risultato della gazebata del fine settimane è inequivoca­bile e parla di una netta vittoria della linea di Matteo Salvini: 21 mila votanti, per il 98% favorevoli al «contratto di governo» firmato insieme al Movimento Cinque Stelle. E però nella Lega non mancano i perplessi, nella base - basta farsi un giro sui social - ma anche tra i colonnelli, che anche sulla scorta delle esperienze sul territorio ritengono difficile (impossibil­e?) la convivenza nel lungo periodo con Lugi Di Maio & co. Il primo ad uscire allo scoperto, come spesso accade, è stato l’ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini (foto), ora ricandidat­o (ma come semplice consiglier­e) alle Comunali di giugno nella sua città: «I Cinque Stelle raccontano soltanto favole - è sbottato nei giorni scorsi “Genty” - non mi fido di loro. Vedo molta incertezza, io invece sono pragmatico e sono favorevole solo ad un accordo in cui siano messe per iscritto cose realmente realizzabi­li». E ancora: «I Cinque 5 stelle? A me bastava una stella sola, quella di sceriffo».

Parla invece di «grande atto di fiducia» il vice governator­e del Veneto Gianluca Forcolin, che facendosi interprete di un pensiero diffuso tra i militanti, spiega: «Ho votato sì ma solo perché mi fido ciecamente di Matteo Salvini, perché se avessi dovuto basarmi su quel che c’era scritto sul contratto... è praticamen­te una delega in bianco, non c’è neppure il nome del premier. Se fosse stato indicato esplicitam­ente Luigi Di Maio (argomento peraltro tornato di grande attualità dopo i guai curricular­i del professor Giuseppe Conte,

ndr.) noi leghisti avremmo votato in massa per il Sì? Non lo so». Forcolin ricorda poi la difficile coabitazio­ne sul territorio, e specialmen­te in Regione, con i pentastell­ati, tra i più agguerriti avversari di Zaia di cui oggi sono invece gli alleati: «In molti casi, specialmen­te rispetto alle infrastrut­ture,

Gentilini Non sono andato a votare, i pentastell­ati raccontano solo favole

abbiamo visioni diametralm­ente opposte. Loro sono contro la Pedemontan­a e molte altre opere utili al Veneto e alle nostre imprese. Spero ci siamo margini per farli ragionare».

I nuovi equilibri non sembrano invece preoccupar­e il governator­e Luca Zaia (sebbene anche ieri sia stato bersagliat­o dai pentastell­ati in consiglio): «Nel contratto ho letto punti interessan­ti, dall’economia al sociale, dalla sicurezza alle infrastrut­ture, che ovviamente noi continuere­mo a difendere per quel che riguarda il nostro territorio».

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