Corriere di Verona

Emigrati veneti, ora la loro storia si studierà sui banchi di scuola

- Ma. Bo.

La conoscete la storia di Giovanni dalla Costa, partito da Pederobba e finito a cercare l’oro in Alaska? E quella di Geremia Lunardelli, nato povero a Fossabiuba e morto Rei do

Café a San Paolo in Brasile? E quella dei dodici minatori trevigiani rimasti uccisi nel 1956 nella tragedia di Marcinelle, in Belgio? Lo sapevate che 4 milioni di persone in Sudamerica parlano il Talian, un dialetto veneto mescolato al portoghese? E siete mai stati a Nova Bassano, in quell’ottava provincia veneta che è lo Stato brasiliano di Rio Grande do Sul? Se la risposta è no, forse è anche un po’ per colpa della scuola, che ha trascurato quella miniera di storia, cultura, curiosità e aneddoti che è stata (ed è, se si pensa ai ritratti e ai racconti dei «cervelli in fuga» 4.0) l’emigrazion­e dei veneti all’estero.

Per rimediare, la Regione, l’Ufficio scolastico e sette associazio­ni (Veneti nel mondo, Triveneti nel mondo, emigrati ed ex emigrati in Australia e Americhe, Bellunesi nel mondo, Trevisani nel mondo, Veronesi nel mondo e Vicentini nel mondo) hanno firmato un protocollo che prevede lo studio di questa nuova materia in tutte le scuole di ogni ordine e grado. A partire dal prossimo anno scolastico ad insegnanti e studenti saranno proposti interventi di approfondi­mento, incontri con i testimoni e lezioni di storia per comprender­e il fenomeno migratorio che ha interessat­o il Veneto a partire dagli ultimi tre decenni dell’Ottocento fino al secondo Dopoguerra. Le associazio­ni metteranno a disposizio­ne relatori, esperti e materiali per realizzare corsi per insegnanti e moduli di approfondi­mento per gli studenti.

«È giusto che i giovani conoscano l’entità, le cause e ciò che ha prodotto il fenomeno migratorio in Veneto tra Otto e Novecento – dichiara l’assessore all’istruzione Elena Donazzan – nonchè come i diversi Paesi hanno affrontato il tema delle migrazioni. È una pagina di storia spesso ignorata, che invece ha generato grandi cambiament­i sociali, culturali e politici nelle nostre terre e nei Paesi di destinazio­ne». Aggiunge l’assessore al Sociale Manuela Lanzarin: «C’è un altro Veneto al di là del mare, tra Americhe e Australia. Si calcola, infatti, che gli emigranti veneti e i loro discendent­i siano almeno 5 milioni, tanti quanti i residenti nella nostra regione. E molti di loro hanno conservato lingua, cultura, tradizioni e un forte legame con la terra d’origine. Promuovere la conoscenza e lo studio del fenomeno migratorio è un atto di omaggio al coraggio e all’intraprend­enza di chi è partito e un modo per tenere vivi i legami con chi si sente ancora veneto, anche se ormai ha messo radici in altri Paesi e altre culture».

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