Pasta Zara, affondo del sindacato: «Ora chiarezza e trasparenza»
«Su Pasta Zara serve un’operazione di trasparenza. Diciamo che siamo moderatamente preoccupati giusto per non provocare allarmismi». Giacomo Vendrame, segretario generale della Cgil di Treviso, è intervenuto ieri sulla crisi del colosso della pasta di Riese Pio X, in attesa di essere ammesso al concordato preventivo «in bianco» dal Tribunale di Treviso, anche alla luce dei nuovi elementi rivelati da un servizio de «L’Economia» del Corriere della Sera. Elementi in più, aggiunge Vendrame, che «integrano un quadro da noi monitorato da almeno 5 anni e dal quale avevamo già intuito più di qualche elemento di criticità». La società presieduta da Furio Bragagnolo ha fatto ricorso a un’istanza di concordato preventivo in continuità, all’inizio di maggio, per cercare di congelare le richieste di rientro del debito che qualche creditore cominciava ad avanzare. Fra questi la Sace, società appartenente al gruppo Cassa depositi e prestiti, che ha come mission quella di assicurare le transazioni commerciali con l’estero e che ha inviato un decreto ingiuntivo per un credito di 21 milioni. A questo si aggiunge l’impossibilità, per Pasta Zara, di onorare una obbligazione per 5 milioni: eventi più che sufficienti per un tentativo di salvataggio d’urgenza. A prescindere da questo, i sintomi del malessere già intercettati dai sindacati erano il mancato versamento alla scadenza dei contributi previdenziali per i lavoratori e, più in generale, una lievitazione delle esposizioni tale da portare il quadro finanziario fuori equilibrio. «La novità per noi – prosegue il segretario della Cgil - è stato scoprire dai giornali che Bank of China è creditrice di Pasta Zara per 63 milioni, garantiti dal 74% del capitale della holding capogruppo». Cioè, volendo, la banca di Pechino potrebbe diventare il principale azionista della società di Riese. Adesso il sindacato chiede che vengano messe sul tavolo tutte le carte, cosa che la famiglia Bragagnolo non ha mai fatto prima ma che ora diventa condizione imprescindibile per provare a salvare il gruppo. «Chiarezza e trasparenza anche nel piano industriale che il nuovo vertice aziendale si appresta a varare, al fine di garantire i livelli occupazionali e l’indotto sul territorio. Le discutibili operazioni finanziarie intraprese negli ultimi tempi hanno drenato dall’azienda risorse necessarie all’attività. Questo è un appello conclude Vendrame - che rivolgiamo anche alle istituzioni coinvolte», dato che un quarto del capitale è in mano pubblica attraverso SimestSace e la finanziaria regionale Friulia. Nel frattempo, a verificare ipotesi di intervento in Pasta Zara sono stati fondi come OxyCapital, sigla nota in Veneto per essere già intervenuta nei casi Ferroli e Stefanel.