Corriere di Verona

Il «tempo» di Pesce e le polemiche sull’«Italia in croce»

- Barbara Codogno

Levata di scudi per L’Italia in croce l’opera monumental­e di Gaetano Pesce che da due giorni è allunata sul plateatico di Palazzo Moroni a Padova. Una croce in legno nera sulla quale viene crocifissa un’Italia grondante sangue, la Sardegna caduta a terra, assieme a un cumulo di macerie. Alla vigilia della grande antologica dedicata all’architetto e designer (padovano di adozione) - inaugurata ieri a Palazzo della Ragione e realizzata con l’aiuto della Fondazione Cariparo e di Morellato - la polemica partita dal senatore leghista Andrea Ostellari, il quale definisce l’opera «orrenda e di cattivo gusto», ritenendol­a offensiva del sentimento religioso dei fedeli. «Ho finito l’opera nel 1978 – spiega Gaetano Pesce – quello era il periodo del terrorismo, quando c’erano le Brigate Rosse e l’Italia stava soffrendo. Personalme­nte sono contento che quest’opera faccia ancora discutere a distanza di 40 anni. Significa che provoca». Il critico Vittorio Sgarbi, curatore del padiglione Italia del 2011, ironizza: «Per Pesce è un bene che Ostellari abbia sollevato la polemica, tutta pubblicità». Polemiche, e crocifissi­oni, a parte, «Gaetano Pesce. Il tempo multidisci­plinare» apre oggi con un corpus di oltre 200 opere che attraversa­no 60 anni di carriera dell’architetto, scultore, designer. Un percorso privo di vincoli temporali questo, che Gaetano Pesce ha disegnato come un elogio alla curiosità, per lui vero, unico motore di conoscenza.

 ??  ?? Arte e musica A sinistra l’«Italia in croce» di Gaetano Pesce tra le opere esposte nella mostra di Padova. A destra Irina Vaterl e Alberto Stiffoni che suoneranno nel pomeriggio al teatro Ristori
Arte e musica A sinistra l’«Italia in croce» di Gaetano Pesce tra le opere esposte nella mostra di Padova. A destra Irina Vaterl e Alberto Stiffoni che suoneranno nel pomeriggio al teatro Ristori

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