Corriere di Verona

Zeytulaev: «Salvai l’Hellas 10 anni fa, ora scopro la fede»

Zeytulaev, l’eroe del playout 2008 contro la Pro Patria: «L’Hellas si rialzerà»

- Fontana

Dieci anni fa ha salvato il Verona dalla C2 e, forse, dalla sparizione. Poi la sua vita è cambiata. Nel 2011 Ilyas Zeytulaev ha scoperto la fede, è diventato un cristiano evangelico praticante. Vive a Vasto, insegna calcio ai ragazzini della Cupello, società dilettanti­stica dell’entroterra abruzzese. A giorni nascerà la sua seconda figlia, Ester, avuta da Alessandra, compagna di vita. Il primogenit­o si chiama Samuel. Era il 25 maggio 2008 quando un suo tiro impossibil­e ribaltò la storia dell’Hellas.

Zeytulaev, ricorda?

«Eravamo a Busto Arsizio, sotto 1-0 con la Pro Patria, ormai retrocessi. Pochi minuti prima pensavo: “Devo prendermi io la responsabi­lità”. Migliaia di tifosi ci avevano seguito. Pioveva, loro cantavano senza interruzio­ne».

E il gol arrivò…

«Calciai quasi dalla linea di fondo. Una botta che passò dietro al portiere. Mi voltai verso la panchina. Era il 90’. Dopo guardai sotto la tribuna, verso il pubblico. Cominciai a correre e non mi fermai più».

Il Verona rimase in C1. Lei cosa provò?

«Fu una liberazion­e per tutti. La stagione era stata deludente. Il nostro obiettivo era la B e invece ci trovammo in fondo. C’era un’aria depressa. In più, non potevo allenarmi, afflitto da un problema sciatico. Quando quegli incubi sparirono, ci sentimmo sgombrati da ogni paura».

Cosa avverte, ora, Zeytulaev, guardando all’indietro?

«Il senso di quanto fatto, le amicizie rimaste. Quella con Rafael, molto forte. C’era un bel legame con Lorenzo Sibilano, con Nicola Corrent. So che è l’allenatore in seconda del Verona. A proposito: mi è dispiaciut­o un mondo per la retrocessi­one. Ma di momenti difficili l’Hellas ne ha passati tanti e si è sempre rialzato».

Quale fu la svolta di quella stagione?

«Davide Pellegrini ci diede tranquilli­tà, quando tornò ad allenarci. Non avevamo bisogno di molte idee, ma di avere la testa più leggera. In questo Davide è stato decisivo: era stato un grande giocatore del Verona, conosceva gli umori della piazza, i sentimenti attorno alla squadra. Seppe tirare fuori il meglio da noi».

Non ci riuscì, al contrario, Maurizio Sarri, poi diventato uno dei migliori tecnici in Italia, se non in Europa.

«Lo ritengo un maestro, un uomo che ha una conoscenza del calcio che è di pochi. Rispetto ad allora ha mutato un certo modo di essere. La prima cosa che ci disse quando arrivò nello spogliatoi­o fu che chi non portava scarpe nere come le sue non avrebbe giocato. I suoi allenament­i erano delle lezioni, però non era ciò di cui avevamo bisogno».

A non esserci più, invece, è Piero Arvedi, il presidente.

«Un tifoso, un passionale: questo era lui. Ci invitava a casa sua a cena, per stare insieme. Aveva sempre una parola di sostegno per tutti. Si capiva che era addolorato per i risultati che non arrivavano. Ha fatto di tutto per ottenere il bene per il Verona».

Zeytulaev, dopo la rete del decisivo 1-1 di Busto Arsizio, lei andò via, per decisione del club. Ha proseguito a giocare altrove, e magari ci si attendeva di più da lei. Ha dei rimpianti?

«Per un fatto egoistico potrei dire di sì. Tutti vogliono raggiunger­e traguardi prestigios­i. Ma le mie riflession­i sono diverse, esulano dalla gloria sul campo. Ho avuto la possibilit­à di guardarmi dentro, di comprender­e i miei errori, di correggerl­i e di incontrare l’amore. Questo è il senso delle cose. E se penso a dieci anni fa, al gol con la Pro Patria, all’abbraccio di Verona, ecco, credo che meglio di così non potesse andare».

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 ??  ?? 25 maggio ‘08 Quel giorno lo storico gol dell’1-1 di Ilyas Zeytulaev alla Pro Patria, nel match di ritorno dei playout, permetteva all’Hellas di evitare la retrocessi­one in C2
25 maggio ‘08 Quel giorno lo storico gol dell’1-1 di Ilyas Zeytulaev alla Pro Patria, nel match di ritorno dei playout, permetteva all’Hellas di evitare la retrocessi­one in C2

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