Cade e muore, don Carlo tradito dal Baldo
Ritrovato in fondo a un canalone, don Carlo di Caprino amava le escursioni. La parrocchia: «Un cuore grande»
«Un anziano prete con il cuore grande che nessuno ha mai visto arrabbiato». Dalla parrocchia di Caprino, don Marco e don Carlo lo ricordano così. Un sacerdote di montagna, innamorato del «suo» Baldo. Dei sentieri e delle creste che affrontava ogni settimana insieme all’amico don Giuliano Gandini. Dei sentieri e delle creste che, mercoledì pomeriggio, hanno tradito Don Carlo Cristani, 76 anni. Scivolato in fondo a un canalone tra Cima Longino e Cima Valdritta, probabilmente mentre stava scendendo.
L’anziano sacerdote come ogni mercoledì mattina era partito da Caprino per la sua escursione settimanale. L’altro giorno, però, ad accompagnarlo non c’era l’amico di sempre, don Giuliano. Ma per uno come don Carlo, la salita fino a Cima Longino, a oltre 2.100 metri di altitudine, non era certo un’impresa proibitiva. Verso mezzogiorno, giunto alla meta, aveva scritto agli altri due sacerdoti dell’unità pastorale di Caprino, don Marco Turri e don Carlo Motta, per rassicurarli. Ma, con il passare delle ore, il suo cellulare ha iniziato a squillare a vuoto. All’ora di cena, don Marco ha iniziato a preoccuparsi ed è uscito a cercarlo. L’auto dell’anziano era parcheggiata all’inizio del sentiero «Graziani» all’altezza di Malga Artilone, sul versante trentino del Baldo. E il suo cellulare continuava a suonare a vuoto. Così, contattato il 118, è stato deciso di richiedere l’intervento dei volontari del Soccorso Alpino di Trento. Le squadre hanno iniziato a perlustrare i sentieri che portavano fino a Cima Longino, ma di don Carlo nessuna traccia. E, con l’arrivo del buio, le ricerche sono state sospese. Ieri, all’alba, è stato preallertato anche il Soccorso Alpino di Verona, oltre ai vigili del fuoco.
Grazie all’analisi delle celle telefoniche, si è scoperto che il cellulare del sacerdote aveva agganciato quella relativa al versante delle creste rivolto verso il lago di Garda, sul lato veronese. L’elicottero del 118 di Trento, ha iniziato a portare in quota le squadre non appena si è aperto un varco tra le nubi. Ed è stato al rientro da una rotazione che l’equipaggio è riuscito a individuare il cadavere in fondo al canalone. Così, sono iniziate le operazioni di recupero della salma dopo che il medico aveva constatato il decesso. Il corpo, su disposizione della procura, è stato poi trasferito a Malcesine, sotto la supervisione dei carabinieri. E la notizia della morte di Don Carlo, si è diffusa velocemente a Caprino, dove era arrivato circa 10 anni fa.
«Una persona disponibile, accomodante e tranquilla - lo ricorda il sindaco Paola Arduini -, sempre sorridente e capace di trasmettere serenità. Possiamo solo dire che sicuramente era immerso nella pace delle cime del suo Baldo. Lascia una grande comunità religiosa a cui era molto affezionato e da cui si era sempre fatto voler bene». «La sua attività pastorale era concentrata soprattutto nelle piccole parrocchie di Pazzon e Lubiara ha ricordato la Curia in una nota - dove da tutti era riconosciuta e apprezzata la sua bontà d’animo». Ancora da stabilire la data dei funerali.