Veneto Sviluppo, pronto il fondo per le aziende coi crediti incagliati
E sul caso Pasta Zara vertice con Sga: «Rinegoziare il debito non basta»
Credito, pronto il fondo di Veneto Sviluppo e Leonardo & Co. per salvare le società con i prestiti incagliati delle ex popolari. E intanto, sul fronte caldo di Pasta Zara, la società alimentare di Riese Pio X caduta in una pesante crisi d’indebitamento, la finanziaria regionale ha in calendario un vertice con Sga, la società del Tesoro che gestisce i crediti problematici di Bpvi e Veneto Banca, che ha una posizione decisiva nella partita, avendo in carico 70 dei 180 milioni di prestiti bancari, eredità di quanto concesso dalle due banche venete.
Le novità sono arrivate, ieri a Treviso, a margine del convegno sul rapporto banca-impresa nel Veneto che vive l’onda lunga della liquidazione delle ex popolari organizzato da Leonardo & Co, la società di consulenza, che vede tra i partner l’ex manager di Edizione - ed ultimo presidente di Bpvi - Gianni Mion, che sta costruendo con Veneto Sviluppo il fondo per le aziende con i crediti incagliati.
Ma intanto sempre sul fronte Pasta Zara, va registrato che con una nota pubblicata ieri, il presidente Furio Bragagnolo ha delineato le due operazioni possibili entro i confini del concordato preventivo atteso dal tribunale: o un concordato preventivo «che persegua la continuità aziendale» - tradotto: esclusa la soluzione di un concordato che liquidi la società - o un accordo di ristrutturazione dei debiti con banche e fornitori (240 milioni per Pasta Zara spa, di cui 180 con le banche, senza tener conto dei 50 in capo alla holding Ffauf Italia, riportata a Riese il 2 maggio dal Lussemburgo) che faccia ritornare in bonis la società.
Il punto decisivo sarà vedere se l’operazione di taglio del debito si farà con la famiglia ancora in sella o meno. E certo la nota firmata ieri da Furio Bragagnolo - tra l’altro datata 7 maggio -, che conferma anche come «le attività produttive e commerciali proseguono in tutti i tre stabilimenti» da un punto di vista diplomatico rappresenta un segnale di una proprietà che si dichiara in sella.
Tema rilevante anche per Veneto Sviluppo, che si prepara a vedere la Sga sulla società di Riese Pio X, «per portare il nostro contributo, nell’ambito di un rapporto ormai consolidato con la società del Tesoro», come spiega il presidente Fabrizio Spagna. Già, ma un intervento - se si farà che conferma o no l’attuale proprietà? «Credo che il ruolo principale nel deciderlo spetti ai creditori - replica Spagna -. Ma lì serve di sicuro un intervento di tipo industriale: solo con una rinegoziazione del debito non si va lontano».
E il rapporto con Sga servirà a Veneto Sviluppo anche sul fondo che punta a rilanciare, con interventi nel capitale capaci di sbloccare la ristrutturazione del debito, le medie imprese con crediti incagliati finiti nella gestione di Sga. «L’attività di preparazione è completata», ha detto ieri Spagna. I particolari saranno svelati la prossima settimana. «Siamo pronti per chiedere le autorizzazioni a Banca d’Italia, perché il fondo sarà quotato, è poi iniziare la raccolta dei soldi: dai primi contatti l’interesse c’è - ha anticipato Spagna, facendo capire che l’iniziativa avrà molti elementi di novità -. Non si tratta di un fondo dedicato alle sole aziende con prestiti gestiti da Sga; ma è chiaro che da lì si inizierà: abbiamo 3-4 operazioni possibili. L’obiettivo è mettere in moto non semplici ristrutturazioni del debito, ma rilanci industriali. Vogliamo replicare il modello sperimentato con Garmont». Ovvero il caso della casa dello scarpone da trekking presa dall’imprenditore Pierangelo Bressan dopo una crisi e rilanciata con il decisivo sostegno di capitale di Veneto Sviluppo.