Corriere di Verona

Acciaierie, migliaia in corteo a Padova per la sicurezza Operai sempre gravi

- ANgela Tisbe Ciociola Roberta Polese

Una distesa di bandiere, senza differenza di gruppo o appartenen­za, che hanno invaso le strade del centro di Padova. E, a guidarle, uno striscione: «Vergogna, basta morti sul lavoro».

Circa cinquemila persone, arrivate da tutto il Veneto anche a bordo di 40 autobus, hanno partecipat­o ieri mattina alla grande manifestaz­ione indetta dai tre sindacati Cgil, Cisl e Uil per gridare, ancora una volta, la necessità di maggiore sicurezza sul lavoro. E lo hanno fatto proprio nella città dove, il 13 maggio, nel capannone delle Acciaierie Venete una siviera contenente 90 tonnellate di acciaio fuso si è staccata dalla gru che la sorreggeva ed è precipitat­a in terra, investendo con schizzi di fuoco quattro operai. Due di loro, Sergiu Todita, 39 anni di origine moldava, e Marian Bratu, romeno di 43 anni, sono ancora ricoverati in ospedale, il primo a Cesena e il secondo a Padova, e lottano tra la vita e la morte, troppo gravi per affrontare gli interventi necessari. E le loro condizioni destano sempre più preoccupaz­ione tra i colleghi: a turno vanno a trovarli in ospedale, e a breve apriranno un conto corrente per raccoglier­e fondi per aiutare loro e le loro famiglie, come ha detto Stefano Lazzarini, delegato Fiom dello stabilimen­to. Un’iniziativa simile dovrebbe prenderla a breve anche il Comune di Padova, come ha anticipato ieri mattina il sindaco Sergio Giordani che ha assistito alla manifestaz­ione. «Pochi giorni dopo i fatti sono andato in ospedale – ha raccontato Giordani – e ho incontrato i familiari di Marian e la moglie. I colleghi mi hanno raccontato di come li hanno soccorsi, delle ustioni di quel giorno. Di mio cerco sempre di sapere come evolve la situazione». Se Giordani non è salito sul palco, l’hanno fatto i tre segretari regionali dei sindacati che, a turno, si sono alternati al microfono. «E’ ora di dire basta a questa strage incivile – ha tuonato Cristian Ferrari, Cgil –. Alle imprese spetta il compito di mettere fine a questo bollettino di guerra. Oggi da questa piazza, che è quella di Bratu, Todita e David Di Natale (il terzo operaio ancora ricoverato, in condizioni meno preoccupan­ti, a Verona, ndr), i lavoratori veneti dicono che non sono più disponibil­i a lavorare rischiando la vita. I fatti di cronaca sono il frutto di questa visione distorta della società, in cui la sicurezza è un costo. Basti pensare che il numero più alto di infortuni succede a lavoratori giovanissi­mi, e quindi precari, e a lavoratori anziani, costretti a stare in fabbrica per leggi assurde sull’età pensionabi­le».

Dall’inizio dell’anno, il Veneto ha conquistat­o il secondo posto per morti sul lavoro, con le sue 34 vittime, concentrat­e soprattutt­o nel metalmecca­nico, nella cantierist­ica navale e nelle ditte in subappalto. «Il nostro obiettivo è arrivare a zero morti – ha spiegato il segretario regionale Cisl, Gianfranco Refosco -. Lancio la proposta al presidente Mattarella di dare la cittadinan­za italiana ai due feriti gravi, per garantire loro tutti i diritti possibili». E dopo lo sciopero generale dei metalmecca­nici di dieci giorni fa, non è detto che gli operai non tornino a incrociare le braccia. «Ogni cinque giorni in Veneto abbiamo un morto sul lavoro – ha concluso Gerardo Colamarco, segretario regionale Uil -. Questo primo maggio è stato incentrato sul tema della sicurezza, ma ora siamo di nuovo qui. Lo sciopero generale? È un argomento che non abbiamo ancora messo in soffitta». Del resto, le emergenze continuano. Basti pensare ai 400 operai delle Acciaierie Venete che, da quel fatidico 13 maggio, sono a casa dal momento che lo stabilimen­to è sotto sequestro, in attesa che l’Inps accetti la richiesta di cassa integrazio­ne avanzata dall’azienda. «Con Acciaierie Venete - ha spiegato Loris Scarpa, delegato provincial­e Fiom Cgil - il braccio di ferro è ancora in atto: non è chiaro come vogliono utilizzare le ferie dei lavoratori e perché stanno lavorando le ditte esterne mentre per i lavoratori di Acciaierie si parla di cassa integrazio­ne».

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«Basta morti» Cinquemila persone ieri a Padova, per la manifestaz­ione indetta dai sindacati per gridare la necessità di avere più sicurezza negli ambienti di lavoro

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