Italia innamorata di Elia, mister Ciclamino del Giro
Il ct Cassani: «Ambasciatore del grande ciclismo italiano»
«Non c’è ciclista italiano, adesso, più VERONA amato di Elia Viviani». È l’effetto del Giro d’Italia sul velocista di Oppeano, lui che riporta la maglia Ciclamino a Verona dopo Massimo Strazzer (2001). Il ct Cassani: «È la sua consacrazione».
L’Italia, adesso, se lo coccola come un figlio. «Vero, questo Giro cambia la percezione di Elia. Perché Elia unisce la dedizione alla passione: quando perde s’incazza, quando vince esulta, è materia viva. E per noi che crediamo nella multidisciplinarietà Viviani è adesso l’ambasciatore ideale», ratifica il ct Davide Cassani: «Cresciuto in pista fino all’Oro di Rio 2016 e diventato campione anche su strada». Il Giro 101 cambia la storia di Elia Viviani. Aumenta la tiratura dell’atleta (un velocista che accende i fotofinish) e dell’uomo (rialzatosi mille volte da infortuni e dispetti dei pedali). Prende definitivamente il razzo ventinovenne di Oppeano, Bassa veronese, e lo nazionalizza. «E poi vincere la maglia Ciclamino, posso assicurarlo, è un’impresa enorme», ripete al telefono Massimo Strazzer, fino a due giorni fa l’unico veronese della bici a prendersi la classifica a punti, Giro del 2001. A ricamare la Ciclamino di Viviani (341 punti, a 282 il rivale Bennett) quei quattro successi di tappa che la Verona del ciclismo non si godeva dal 2004, il Giro targato Damiano Cunego. Quattro volate limpide e spaccacuore: Tel Aviv (5 maggio, seconda tappa), Eilat (6 maggio, terza), Nervesa della Battaglia (18 maggio, 13esima) e Iseo (mercoledì scorso, 17esima) sino alla quinta sfiorata sull’ultimo traguardo, domenica, a Roma.
C’è l’Italia che si innamora di Viviani, dopo averlo annusato due estati fa a Rio (oro nell’Omnium) e c’è un ct della Nazionale, Davide Cassani, 57 anni, che il giorno dopo il sipario sul Giro 101, al Corriere di Verona, racconta: «Quattro tappe, due volte secondo, la Ciclamino, io direi che per Elia è il Giro della consacrazione. Lui ch’è cambiato il giorno dell’Europeo perso per un centimetro. E quel cambiamento s’è sommato alla squadra ideale, la Quick Step, che s’è messa a disposizione per portarlo a questo grande risultato». Dove si va da qui? Risponde, Cassani, che «l’obiettivo di Elia per l’anno prossimo potrebbe essere cercare vittorie di tappa al Tour o alla Vuelta. Perché adesso è uno dei velocisti più forti al mondo per costanza, e sarà vero che al Giro di velocisti internazionali ce n’erano pochi ma quelli buoni, lui, li ha battuti. E poi è uno che non sbaglia, vedi l’intelligenza tattica». Si vince così, d’altronde, una maglia Ciclamino: di costanza, di giuste letture. Può testimoniarlo il già citato Strazzer, 48 anni, lui che nel 2001, a Milano, si cuciva la prima Ciclamino di sempre di un veronese, lui che adesso si occupa di postura e assetto bici al Centro Atlante, poco fuori Borgo Milano, in città: «Una Ciclamino ti costa molto, devi sempre essere vigile, attento alle tappe miste, alle fughe, a quelli dietro di te in classifica. Un dispendio enorme, sia di fisico che di testa. Ai miei tempi c’erano Cipollini e una decina di grandi velocisti, fu concorrenza spietata. Oggi Elia è stato grande nel lottare con Bennett, difendendosi bene, passando le montagne». La volata più bella di Elia al Giro 101? «Quella di Eilat - risponde Strazzer quando ha trovato l’equilibrio fra Bennett e le transenne, una freddezza incredibile: quella dote lì Elia l’ha acquisita su pista, perché la pista implica un’attivazione neuromuscolare che in strada non avresti mai, è tutto un mix di accelerazioni repentine. Adesso, per lui, la difficoltà sarà mantenersi a questo livello». Adesso, intanto, Elia si prende l’abbraccio dell’Italia della bici. Perché come raccontava ieri un altro volto veronese, Battista Cailotto, storico dirigente del ciclismo, «vengono apposta per lui un po’ da ogni angolo, compresa Napoli, come ho notato nell’ultimo giorno del Giro... sì, in questo momento Elia è il ciclista più amato d’Italia».
Cassani
L’obiettivo per il 2019 possono essere le tappe a Tour o Vuelta