La via legale alla crisi Se dal Veneto partono le querele contro lo «Spiegel» e Di Maio
Avvocati, avvocati, VENEZIA avvocati. «Sono troppi!», ammoniva già nel 1921 Piero Calamandrei. E chissà cosa direbbe oggi il grande padre della Patria, che gli avvocati hanno definitivamente invaso la scena politica italiana. Per qualche ora, si sa, c’è stato pure il «premieravvocato-del-popolo». Sarà che da noi ci si rivede spesso e volentieri in tribunale; o che si vive nella superstizione che tutto alla fine possa/debba essere deciso da un giudice. Ma tant’è. All’indomani della crisi politica di domenica, abbiamo già due avvocati, pronti a mettere mano alla querela. Il primo si chiama Andrea Codognotto, studio legale a Oderzo: denuncerà nientemeno che il «Der Spiegel» e il suo giornalista Jan Fleischauer, per l’articolo dell’altro giorno, che dava degli «scrocconi e mendicanti» agli italiani. «Non lo posso consentire — tuona l’interessato —. Chiederò un risarcimento di un euro per ogni cittadino italiano, perché spero che nessuno possa dire che valiamo meno di un euro ciascuno. Se ne ricaveremo qualcosa — prosegue — lo daremo a coloro che in questa crisi hanno perso tutto, se non la consapevolez za di aver fatto il proprio dovere ed il diritto che questo gli sia conosciuto». Codognotto sottolinea: «La mia iniziativa è seria — afferma — ci lavorerà anche il professor Enrico Milano dell’Università di Verona. Chi vuole potrà unirsi».
Il secondo avvocato in campo, invece, è di Rovigo e si chiama Lorenzo Pavanello. Ha già depositato presso la Procura della Repubblica di Roma una denuncia per vilipendio al Capo dello Stato nei confronti di Luigi Di Maio e Giorgia Meloni, rispettivamente leader del M5S e di Fratelli d’Italia. «Domenica sera guardavo la televisione con mia figlia — ci ha raccontato — e di fronte a certe esternazioni dei due, siamo rimasti entrambi smarriti. “Mattarella asservito ai Paesi stranieri” ha detto la Meloni. Ma scherziamo? È una cosa dichiarazione intollerabile, ne va del prestigio del nostro Presidente». Ma cosa potrà mai cambiare? «È una goccia nel mare — confessa sincero Pavanello —. Ma che si sappia che con le istituzioni non si scherza, c’è un limite a tutto. E lo può dire anche un avvocato di provincia come me».