Rapina a Castelvecchio Il vigilante-basista può restare ai domiciliari
Colpo del secolo al museo di VERONA Castelvecchio: dopo la Cassazione, anche il Riesame conferma che Francesco Silvestri può restare a casa, agli arresti domiciliari, come gli era stato concesso a maggio del 2017 dalla Corte d’Appello in ragione del fatto che, per i magistrati lagunari, il vigilante-«basista» aveva confessato e parzialmente risarcito (con 8mila euro) la parte civile, ovvero la dipendente del Comune che quella famigerata sera venne legata e rapinata. Da parte del Riesame, infatti, è stato ora rigettato il ricorso con cui la procura generale contestava la concessione dei domiciliari. In carcere Silvestri. difeso dai legali Stefano Poli e Massimiliano Ferri, era finito il 15 marzo 2016 e da Montorio ha poi potuto uscire dopo un anno e due mesi di detenzione e un patteggiamento in secondo grado, che gli aveva garantito lo sconto di 4 anni rispetto ai 10 anni a cui era stato condannato in abbreviato a Verona dal gup Luciano Gorra. A conti fatti, significa che la pena da scontare per la guardia ammonta a sei anni, di cui 14 mesi già trascorsi dietro le sbarre. Un arco di tempo troppo limitato, a parere del Riesame, che lo scorso luglio aveva accolto il ricorso del procuratore generale di Venezia decretando che Silvestri dovesse far ritorno in carcere. Ma ora non è più così.