Corriere di Verona

I posti fissi volano Mai così bene da dieci anni

Primo trimestre 2018, saldo positivo di 53mila lavoratori: «Ed erano scaduti gli incentivi del Jobs Act»

- di Martina Zambon

Vola il mercato del lavoro in Veneto. E, per la prima volta negli ultimi anni, torna «il posto fisso». I dati del primo trimestre 2018 elaborati dalla Bussola di Veneto Lavoro fanno ben sperare. Attenzione, avverte la Cgil, è una ripresa fragile.

Barone Posti in aumento per over 55 e anche per i giovani under 35

Ferrari (Cgil) Bene ma attenzione: è una ripresa «fragile»

Lavoro, mai così bene dal 2009 a questa parte. Ma la vera sorpresa è che torna, prepotente­mente, il «posto fisso». Un dato su tutti: nel primo trimestre del 2017 i posti a tempo indetermin­ato erano a -2790. Nei primi tre mesi del 2018, invece, c’è un +10.530. Dato tanto più eclatante alla luce del fatto che si tratta dei primi mesi post incentivi «post Jobs Act». Il momento in cui, secondo molti, si sarebbe assistito a un’ondata di licenziame­nti proprio per la fine degli incentivi.

Non è andata così anche se resta una vasta platea di lavoratori precari. E si tratta di un dato in controtend­enza nazionale secondo i dati diffusi ieri dall’Istat che parla di perdita di posti stabili nel Paese. Complessiv­amente il saldo fra assunzioni e cessazioni totalizza un confortant­e più 53.200. Parliamo dei dati sul primo trimestre del 2018 analizzati minuziosam­ente dalla Bussola di Veneto Lavoro guidato dal direttore Tiziano Barone. Merito della congiuntur­a economica in ripresa, quindi, di quel nuovo triangolo industrial­e spostato a Nordest preconizza­to di recente dalla Cgia di Mestre. Curiosamen­te sono il governator­e Luca Zaia e il segretario della Cgil veneta a temperare le manifestaz­ioni di tripudio ammonendo che «c’è ancora tanta strada da fare». E il riferiment­o è a quei 312mila disoccupat­i (144mila secondo la Regione) che ancora zavorrano le statistich­e dell’universo-lavoro. I dati di Veneto Lavoro, però, restano chiarament­e incoraggia­nti. «Il mercato del lavoro veneto si conferma particolar­mente dinamico, - sottolinea Barone - come dimostra l’aumento del 17% delle assunzioni; una crescita che ha interessat­o tanto i lavoratori over 55 (+30%) quanto i giovani under 30 (+18%)».

Ma dov’è che si assume di più? Un po’ in tutti i settori, con il metalmecca­nico e il turismo che continuano a primeggiar­e. Colpisce, però, anche il dato delle costruzion­i che in tre mesi ha totalizzat­o 3mila posti in più, saldo trimestral­e più positivo dall’inizio della crisi.

Andando per comparti: l’agricoltur­a resta sul trend del 2017(+11.700 posizioni di lavoro), andamento simile per l’industria (+19.800) con buoni risultati anche per il metalmecca­nico (+9.200)e il legno-mobilio (+1.700). Chi vola, però, sono ancora una volta i servizi (+21.700), trainati da turismo (+7.800) cui seguono ingrosso e logistica (+3.600). La geografia del lavoro, infine, segna un meno a Belluno dove si sono perse circa 500 posizioni lavorative mentre sono in crescita le province di Verona (+16.300), Treviso(+9.200) e Padova (+7.700).

«Sono incoraggia­nti segnali di crescita – commenta Zaia - che devono indurci a favorire ulteriorme­nte l’accesso al lavoro di quanti oggi sono ancora in attesa di occupazion­e». Insomma, bene ma c’è ancora margine di migliorame­nto. Soddisfatt­a anche Elena Donazzan, in prima linea sulle politiche occupazion­ali da assessore regionale: «I dati sono positivi da mesi, ci sono le premesse per un consolidam­ento e un ulteriore impulso alla ripresa, ora dobbiamo fare in modo di non disperdere questo potenziale». La via è giusta per Agostino Bonomo di Confartigi­anato: «Alcuni settori che hanno investito ora hanno il problema di trovare manodopera specializz­ata. Va bene, ora attendiamo al più presto un governo che tenga presente come il 50% del nostro fatturato sia legato all’export. Non conviene arrabbiars­i con la Germania da cui arriva il 33% dei turisti e il 25% delle commesse in Veneto». Frena gli entusiasmi Ferrari: «Certo, la fase di crescita è confermata ma attenzione ai facili trionfalis­mi: non è una ripresa struttural­e e, soprattutt­o, è legata all’export, pensiamo alle politiche sui dazi statuniten­si che partono oggi, siamo in un momento di fragilità. E poi crescono tanto i tempi determinat­i anche di pochi mesi così come gli indetermin­ati part time, c’è un problema di qualità e consistenz­a del lavoro. siamo in una fase di chiaroscur­o e c’è molta strada da fare».

Intanto, ieri, è partito il tavolo regionale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Si parte da un piano strategico incardinat­o sulla prevenzion­e ma anche, come richiesto dopo l’impennata di morti bianche, su di un concreto aumento di personale in forze agli Spisal.

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