Corriere di Verona

«L’attualità ci sorprende e travolge ma resta un Paese senza leader»

Il direttore del Corsera a Venezia: «Zaia territoria­lmente forte»

- di Giulia Busetto

Il risultato elettorale poteva cambiare l’attualità del suo libro. E invece «Un paese senza leader» (Longanesi) è diventata la profezia del direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana anche sulle ultime settimane d’incertezza fuori e dentro il Qurinale. «Immaginavo un post elezioni molto complicato. Ma questo in realtà lo è di più. Un’attualità che ci sorprende e ci travolge» la definisce il giornalist­a in un dialogo all’Ateneo Veneto con il collega Gian Antonio Stella e il filosofo Umberto Curi.

La copertina già dice tutto: una carrozza che ospita i politici protagonis­ti della seconda repubblica sull’orlo di un precipizio. E se siamo arrivati a questo punto, sostiene l’autore, è forse perché né a destra né a sinistra è emersa la figura di un vero leader, neanche in questo ultimo scenario post elettorale: «Siamo di fronte alla nascita di un mondo politico che porta sul palco due nuove forze con un’identità radicata nella protesta. Nessuna delle due, però, ha la maggioranz­a parlamenta­re» spiega proprio mentre a Roma arriva il nuovo accordo di governo. «Siamo partiti da queste due forze che affermavan­o “Il popolo ci ha scelto” ad avere un presidente del consiglio che non è conosciuto. E ora aspettiamo la prossima puntata della saga, che per adesso continua nel solco di un paese senza leader». L’assenza è quella di un leader carismatic­o, assicura Curi citando il sociologo Max Weber: «Senza dimenticar­e che la leadership non è requisito del singolo politico carismatic­o, ma indica una relazione tra chi guida e chi si riconosce e si fa guidare». «Stiamo assistendo a un appiattime­nto della classe politica verso il basso - concorda Stella -: il calo è vistoso. Non ci sono più leader, è vero, e gli aspiranti hanno un ego gonfio come un bignè». E di questi aspiranti il direttore del Corriere ha scoperto molti retroscena anche durante la stesura del suo ultimo libro. Incontri con i maggiori esponenti politici che lo hanno convinto ancora di più dell’assenza di un vero leader in Italia. «Dopo Silvio Berlusconi - che Fontana trova avvolgente e simpatico, concentrat­o nel compiacere l’interlocut­ore - la politica in Italia non è più stata la stessa. Ma non c’è stata quella rivoluzion­e liberale di cui parlava. Ha lasciato il Paese così come lo aveva preso».

Con l’uscita del libro Matteo Renzi si è invece chiesto perché, dopo averlo definito dalle pagine del suo giornale un «uomo solo al comando», Fontana ora parli di «Paese senza leader». «Ma per me un uomo solo al comando non corrispond­e ad un vero leader - sostiene il giornalist­a -, che sappia invece contornars­i di una buona classe dirigente e mettersi in sintonia con il suo popolo». Un ruolo che secondo Fontana non riesce a vestire nemmeno Matteo Salvini, che durante i pranzi serviti per conoscerlo meglio è passato progressiv­amente dalle sneakers alla giacca blu. Nel libro di Fontana il leader del Carroccio ha ammesso di cavalcare la rabbia per arrivare alle soluzioni. «Quando ci parli a tu per tu sembra quasi un’altra persona - sostiene l’autore -, ma cavalcare la rabbia, montare la protesta è ciò che sa fare meglio». Un escamotage che non lo rende leader, ma un atteggiame­nto che ha contribuit­o a fare della Lega una «monarchia assoluta» che nemmeno il governator­e del Veneto, in questo momento, vuole scalfire: «Zaia fa il suo lavoro. È territoria­lmente forte. E non ha voluto fare l’errore di Maroni nello sfidare Salvini, ma aspetta come va a finire. Ed è la stessa cosa che sta facendo in questo momento anche Di Battista».

 ??  ?? Ieri a Venezia Il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana (primo a sinistra) con Gian Antonio Stella e Umberto Curi
Ieri a Venezia Il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana (primo a sinistra) con Gian Antonio Stella e Umberto Curi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy