Esercizio provvisorio o acquisto dell’azienda? Tempi stretti per decidere il futuro dopo il crac
E ieri un dipendente è entrato nello stabilimento per tenere vivo il «lievito madre»
Per Melegatti bisogna fare in fretta. Di questo sono convinti i quattro curatori fallimentari nominati dal tribunale (Bruno Piazzola e Lorenzo Miollo per Melegatti e Maurizio Matteuzzi e Michelangelo Accettura per Nuova Marelli), perché l’obiettivo è evitare che passi troppo tempo e che con il trascorrere delle settimane l’azienda perda valore. Sul tavolo c’è da fare, in tempi rapidi, una valutazione sull’opportunità di avviare l’esercizio provvisorio (come richiesto espressamente dai giudici) o se, invece, preferire che un soggetto acquisti in tempi brevi l’azienda per farla ripartire. Anche di questo i commissari discuteranno lunedì, quando incontreranno le organizzazioni sindacali. Di sicuro la storica Melegatti più di qualche interesse l’ha suscitato. I soggetti che si sono fatti avanti durante il periodo di concordato potrebbero confermare il proprio impegno e dimostrare apertamente la propria attenzione anche adesso che è fallita. Con la sua storia e il suo marchio, per le aziende del settore dolciario l’acquisto di Melegatti potrebbe rappresentare una grande opportunità. Alla finestra ci sono tutte le imprese veronesi del settore, ma non solo, visto che sul legame tra fondo di investimento De Shaw e Ferrero si vocifera fin dal coinvolgimento del fondo americano nel tentativo di salvataggio della società. Il lavoro dei curatori starà tutto nel difendere i due valori alla base del loro incarico: salvaguardare il soddisfacimento dei creditori (e con oltre 50 milioni di euro di debiti i creditori non sono pochi) e tutelare lavoratori e livelli occupazionali. Nel caso arrivassero più offerte d’acquisto, sarebbe compito dei curatori valutare quelle che soddisfano al meglio questi principi nella logica della procedura competitiva. Un’asta per ottenere il massimo su entrambi i fronti. E pur nella molteplicità delle proposte di acquisto, di fatto le possibili offerte sarebbero riconducibili a tre. Aziende interessate solo all’acquisto del marchio (senza impianti produttivi, né lavoratori); proposte di acquisto di marchio e Nuova Marelli (cioè il nuovo stabilimento per merendine di San Martino) e offerta complessiva per tutta la Melegatti. Base d’asta milionaria visto che solo il marchio è stato valutato tra i 4 e i 5 milioni di euro, ma Melegatti tra stabilimenti e know how dei suoi dipendenti vale molto di più. E proprio uno dei dipendenti ieri è entrato nello stabilimento per andare a girare il «lievito madre», per tenere vivo - in pratica - il cuore dell’azienda.