Corriere di Verona

Dona il rene alla sorella E il papà svela: «Un gesto d’amore, io feci lo stesso per l’altro loro fratello»

- Angela Tisbe Ciociola

«Per un padre è naturale dare tutto il possibile al figlio. Gli ho già dato la vita del resto. E così è stato anche tra sorelle». È una storia di amore e di generosità che si è ripetuta non una, ma ben due volte, quella che coinvolge la famiglia Mariano, originaria di Maserà di Padova, ma ora sparpaglia­ta tra la provincia con propaggini fino in Cina e che, nonostante la distanza, continua ad essere unita da un filo comune, quello del dono di un organo. A raccontarl­o è Sergio, il capofamigl­ia e padre di tre figli, Carlo, che nove anni fa ha ricevuto dal padre un rene, Stefania e Manuela (in foto). Ed è proprio tra le due sorelle, di 46 e 42 anni, che si è riproposta la stessa situazione già vissuta dagli uomini di casa, con Stefania che ha offerto lo stesso dono alla sorella minore «Manù». «Nel 2009 mio figlio ha iniziato a stare male – racconta Sergio -, è arrivato alla soglia della dialisi, e quando ho scoperto che ero compatibil­e mi è sembrato naturale che il rene venisse da me. E questo gesto è sembrato così spontaneo da essere ripetuto dalle mie ragazze». Perché dopo Carlo, anche Manuela, che vive e lavora in Cina, ha iniziato ad avere problemi ai reni. «Se mai si dovesse arrivare al trapianto, io mi prenoto», le ha subito detto Stefania. E così è stato. «Il 25 sono state operate – continua il padre – e Stefania è già a casa, mentre Manù recupera le forze giorno dopo giorno». Una storia che, nonostante le difficoltà, si è conclusa nel migliore dei modi e che potrebbe essere di esempio a tanti altri. «È importante raccontarl­a perché voglio che tutti sappiano che si vive senza un rene – conclude Sergio . Io ho continuato a lavorare come segretario comunale e ho continuato a fare sport, palestra e pesi. Ho una vita felice e piena». Così come piena è anche la vita degli undici sportivi tra i 27 e i 45 anni che, negli ultimi anni, hanno subito un trapianto di cuore o polmoni al centro Gallucci dell’Azienda ospedalier­a di Padova e che, tra l’11 e il 16 giugno, parteciper­anno ai 17esimi Campionati europei per trapiantat­i a Lignano. Ciclismo, nuovo, corsa, lancio del peso, senza risparmiar­si. «È un modo per ringraziar­e le famiglie dei donatori – spiega Sandro Castellana, vicepresid­ente dell’Associazio­ne cardio trapiantat­i italiani, ingegnere padovano che 14 anni fa ha subito un trapianto di cuore -. Dopo il trapianto ho iniziato una nuova vita. E in questo modo cerchiamo di far capire a tutti quanto sia importante la cultura del dono».

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