Melegatti, primi esposti in procura
Segnalazioni su documenti fiscali. E domani incontro tra curatori e sindacati
Fallimento Melegatti, l’ora delle indagini. Da circa un mese, risulterebbero all’esame di Finanza e magistratura alcuni esposti riconducibili a (ormai ex) dipendenti dell’azienda. Denunce, o meglio segnalazioni, che si focalizzerebbero su «fatture da accertare». E non è ancora finita perché, al vaglio della magistratura, si configurano anche segnalazioni di presunte irregolarità contabili emerse quando è stata presentata la proposta di concordato preventivo.
«L’arrivo dei curatori» dopo la sentenza di fallimento pronunciata dal Tribunale per Melegatti «pone una linea di demarcazione tra l’oggi ed il passato dell’azienda, compresi gli oltre 50 milioni di euro di debiti e situazioni poco chiare su cui sta indagando la procura di Verona, come un giro di fatture che sarebbe da accertare»: parole, quelle pronunciate dai sindacalisti Maurizio Tolotto e Paola Salvi. che trovano conferma al secondo piano dell’ex Mastino.
«Da tempo, riguardo alla vicenda Melegatti, esiste un filo diretto tra la procura e la sezione fallimentare del tribunale civile» dichiara il procuratore Angela Barbaglio. Di più, per ora, ufficialmente gli inquirenti non rivelano: a gestire il caso risulta il pm Alberto Sergi ed è stato quest’ultimo a presentare al Tribunale scaligero l’istanza di fallimento «vista la situazione di grave insolvenza» riscontrata nei conti dell’industria dolciaria.
«C’è stato un tentativo di concordato preventivo andato per due volte a vuoto. Da parte del pm, quindi, presentare istanza di fallimento risultava non solo inevitabile ma anche doveroso» chiarisce Barbaglio. Un intervento, quello della procura all’interno del procedimento sfociato nella sentenza di fallimento decretata dal Tribunale presieduto dal giudice Silvia Rizzuto, previsto dalle nuove norme introdotte con la riforma. In realtà, però, ci sarebbe anche dell’altro. Da circa un mese, risulterebbero all’esame di Finanza e magistratura alcuni esposti riconducibili a (ormai ex) dipendenti dell’azienda. Denunce, o meglio segnalazioni, che si focalizzerebbero proprio sulle «fatture da accertare» di cui hanno fatto menzione i rappresentanti sindacali Tolotto e Salvi. Aspetti su cui, a oggi, gli inquirenti non si sbilanciano: a riguardo, è probabile che a stretto giro si confrontino pm e procuratore per poi decidere se e come procedere. E non è ancora finita perché, al vaglio della magistratura, si configurano anche segnalazioni di presunte irregolarità contabili emerse quando è stata presentata la proposta di concordato preventivo. A riguardo, «stiamo attendendo - spiega Barbaglio - le conclusioni che trarranno entro due mesi i curatori fallimentari» (Lorenzo Miollo e Bruno Piazzola per Melegatti, Maurizio Matteuzzi e Michelangelo Accettura per Nuova Marelli): domani, intanto, i curatori si confronteranno con i sindacati sulle indicazioni da fornire al Tribunale circa l’opportunità di concedere l’esercizio provvisorio. Strada, comunque, difficilmente percorribile.