San Lorenzo, la storia della chiesa romanica in un volume monografico di Passuello
Nell’ambito del terzo ciclo di incontri alla riscoperta del patrimonio artistico delle chiese di Verona a cura dell’architetto Maria Matilde Paganini, è stato presentato venerdì, presso l’Ordine degli Architetti, un volume monografico sulla chiesa romanica di San Lorenzo. Il libro, edito da Cierre Edizioni, è la rielaborazione della tesi del dottorato in Storia delle Arti di Angelo Passuello che ha dedicato quattro anni allo studio della chiesa di cui illustra in modo approfondito, con l’ausilio di documenti inediti e accurate indagini del dato materiale, le vicende storiche e istituzionali, dalla fondazione all’età moderna, dai restauri ottocenteschi a quelli seguiti al bombardamento anglo-americano della Seconda Guerra Mondiale. San Lorenzo, che sorge in posizione arretrata sulla antica Via Postumia, oggi Corso Cavour, è un unicum a livello peninsulare per la sua particolarissima struttura caratterizzata da 5 absidi, come San Fermo, e da due torri scalari cilindriche aderenti alla facciata che immettono ai piani superiori, dove ampie gallerie corrono sopra le navate minori. All’incontro, coordinato da Mario Puliero e dalla vicepresidente dell’Ordine degli Architetti, Laura De Stefano, hanno partecipato don Rino Breoni, rettore dal 2009 della chiesa e il prof. Gian Maria Varanini. Don Rino ha affermato che il romanico gli si addice per il silenzio e la bellezza dell’alternanza delle pietre bianche e dei mattoni rossi, caratteristici delle grandi chiese come l’Abbazia di San Zeno e che oggi la chiesa è meta di turisti e persone in cerca di Dio e di loro stesse. Don Rino ha ricordato che il 2 marzo 1774 Maddalena di Canossa fu battezzata in San Lorenzo e che il fonte battesimale fu poi trasportato e usato come lavabo nella chiesa dei Santi Apostoli da cui Don Rino riuscì a riportarlo nella sua sede. Inoltre nei matronei della chiesa nel 1886 fu ospitata la famiglia del giovanissimo Don Calabria. Infine il professor Varanini ha delineato la storia dell’edificio, dall’età carolingia fino al 1806, quando fu soppressa come parrocchia dalle autorità napoleoniche perché in destra d’Adige non dovevano esistere più di 10 chiese per la cura delle anime veronesi.