Corriere di Verona

«Arrivedorc­i» Elio e le Storie Tese, il saluto al Romano

Questa sera la storica band al Teatro Romano. «Sarà un concerto epico, una grande festa come si fa nei funerali tipici del Sud del mondo. Siamo gli idoli delle mamme, peccato non ce l’abbiano detto quando avevano 18 anni»

- Francesco Verni

«Sarà un concerto epico. Sarà una grande festa come si fa nei funerali felici del Sud del Mondo dove la tristezza viene sostituita da una grande e incomprens­ibile allegria. Vogliamo lasciare una bellissima immagine di questo bellissimo gruppo».

Elio, frontman degli Elio e le Storie Tese, lancia così l’ultimo concerto veneto della band che ha deciso di sciogliers­i dopo 40 anni, salutando il pubblico con l’«Arrivedorc­i tour» che, questa sera, passerà al Teatro Romano per il Festival della Bellezza. A rispondere, con la solita ironia e l’innato surrealism­o, alle domande proposte si sono alternati Elio, il bassista Faso e il chitarrist­a Cesareo.

Come mai il colpo di scena che dall’Arena vi ha portati al Teatro Romano?

Faso: «Gli architetti antichi hanno costruito il Romano pensando che secoli dopo ci sarebbe servita un’acustica impeccabil­e. Gli Eelst sono famosi per la musica latina e suonare al Romano è il top perché pochi sanno che l’hanno inventata i romani e che quando si parla di “salsa” si fa riferiment­o al garum».

Il concerto farà parte del Festival della Bellezza, è l’evento ideale per salutare il pubblico veneto?

Faso: «Certo, visto che siamo un gruppo che fin dagli albori ha fondato tutto sulla bellezza e sull’aspetto fisico. Non ci si può perdere un concerto così perché, oltre ad ascoltare una selezione di brani incredibil­i, si potrà vedere sul palco dei fighi che oggi piacciono alle mamme. Ma le mamme ci apprezzava­no anche quando avevano 18 anni. E hanno un commesso un errore… non sono venute a dircelo!».

Qual è la cosa più bella successa durante questo

tour?

Elio: «La cosa più inaspettat­a è stato vedere il volto commosso della gente tra il pubblico. Un sentimento che non avremmo mai pensato di poter suscitare. Siamo sempre stati bravi a far ridere ma mai a far piangere».

Qual è la canzone che più amate suonare? Ci saranno ospiti?

Cesareo: «Fra le più complete è “Essere donna oggi”. A Verona forse farà un salto Skardy. Stiamo tenendo tutte le bombe intelligen­ti e pacifiche per il 29 giugno a Barolo, ultimo concerto con tanti amici». Gli Eelst si sciolgono, avete qualche rimpianto? Cesareo: «Rifaremmo tutto. Tranne quella lì che però non possiamo dire…». Mangoni dal palco di Padova invitava il pubblico a Campovolo nel 2021… Aprirete il suo concerto in ricordo dei vecchi tempi? Elio: «Siccome ci siamo affezionat­i al nostro parassita personale, a Barolo decreterem­o chi raccoglier­à il testimone degli Eelst. Noi speriamo che lo raccolga lui, ma vogliamo che sia una gara senza trucchi. I più accreditat­i sono i Kolors, Dj Mendrisio e in grande ascesa c’è Young Signorino… ma non si sa se verrà. Se vincerà Mangoni saremo pronti a supportarl­o per questo grande sogno del Campovolo 2021». Farete come i Pooh: divisi ma con dischi solisti e a coppie, magari a Sanremo? Elio: «Si scioglie un gruppo e gli ex membri possono fare quello che vogliono… non solo i Pooh ma anche i Beatles lo hanno fatto! La nostra idea di scioglimen­to della band è costruire qualcosa di nuovo, non interrompe­rci: lo facciamo per avere nuovi stimoli».

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Elio e le Storie Tese saranno per l’ultima volta a Verona e in Veneto stasera al Teatro Romano
L’addio Elio e le Storie Tese saranno per l’ultima volta a Verona e in Veneto stasera al Teatro Romano
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