Tav e Grandi Navi, duelli tra M5s e Lega
Si allargano le fratture tra le due formazioni di governo. Alta Velocità, Confindustria con il governatore. La stoccata dei padani Dopo i treni veloci si apre il fronte Venezia. Zaia difende il piano, i grillini incontrano il ministro: «Via le crociere»
Lega e Movimento 5 Stelle già ai ferri corti, almeno in Veneto, sul tema delle grandi opere. Dopo un primo scontro sulla Pedemontana, si incendia il fronte Tav con le categorie schierate a fianco di Luca Zaia e se ne apre uno nuovo, quello delle Grandi Navi. La soluzione al problema delle navi di grandi dimensioni a Venezia riaccende gli animi con la deputata veneziana del M5S Arianna Spessotto che attacca.
«Fuori le grandi navi dalla laguna», dicono da sempre. E ora che il Movimento 5 Stelle è al governo e che ha anche il ministro cruciale di questo dossier, Danilo Toninelli (Infrastrutture), a Venezia tutti aspettano di capire quale sarà il futuro della crocieristica. Anche perché c’è il rischio di uno scontro istituzionale dopo che il Comitatone dello scorso 7 novembre, guidato dal ministro precedente Graziano Delrio, aveva faticosamente trovato la quadra sull’ipotesi di un nuovo terminal a Marghera, mettendo insieme soprattutto Autorità portuale, Regione Veneto e Comune di Venezia. «Ieri con Danilo abbiamo parlato a lungo con i colleghi di tutta Italia e io, naturalmente, ho portato alla sua attenzione il tema delle grandi navi – spiega la deputata di San Donà
Spessotto (M5S) Siamo per applicare il decreto Clini Passera che fino ad ora è rimasto lettera morta Brugnaro Giusto che il nuovo ministro si prenda il tempo per informarsi, ma noi dobbiamo fare più in fretta possibile
Arianna Spessotto – Adesso che siamo al ministero e possiamo avere accesso alle carte cercheremo di capire. La nostra posizione continua ad essere, come intervento di minima, l’applicazione di quel decreto Clini-Passera che è rimasto lettera morta finora».
Il 2 marzo 2012, a un mese e mezzo dall’incidente della Costa Concordia, gli allora ministri Corrado Passera e Corrado Clini decisero di limitare l’accesso in bacino di San Marco alle navi da crociera oltre le 40 mila tonnellate, in un’epoca in cui arrivavano già quelle ben oltre le 100 mila. Ma quel regime sarebbe entrato in vigore solo con una «via alternativa» che dopo sei anni non c’è ancora. O meglio, archiviate le ipotesi di scavo del canale Contorta e poi del Tresse Nuovo, ora si punta (o forse puntava) su Marghera, con accesso dal canale dei petroli e dunque dalla bocca di porto di Malamocco. Questa è stata la linea del Comitatone, che ha poi dato mandato al presidente del Porto Pino Musolino anche di valutare lo scavo del canale Vittorio Emanuele per consentire alle navi medie di proseguire da Marghera all’attuale Marittima, che altrimenti rischierebbe di essere «buttata via». Ma ora c’è Toninelli e Musolino aspetta un incontro per presentare quanto fatto finora.
«Stiamo facendo le caratterizzazioni nel Vittorio Emanuele e stiamo lavorando ai progetti per Marghera - continua il presidente - Quando saremo pronti presenteremo tutto». Ma da quel Comitatone sono ormai passati sette mesi e dalle parti di Ca’ Farsetti c’è un po’ di pressing sul Porto. «Il Comitatone ha scelto Marghera e io il mio compito l’ho fatto fino a quel punto dice il sindaco Luigi Brugnaro - Ora facciamo le valutazioni necessarie e andiamo avanti. Anche perché è giusto che il nuovo ministro si prenda il proprio tempo per informarsi, ma noi dobbiamo fare in modo che sia tutto pronto il prima possibile». Il rischio è che la linea cambi, anche se quel progetto l’aveva firmato anche il governatore Luca Zaia, esponente di punta di quella Lega che è alleata degli M5S a Roma. «Bisogna trovare una soluzione adeguata che tenga conto degli interessi di tutti - ha detto nei giorni scorsi Zaia - Ma sia chiaro che Venezia è per la crocieristica, su questo non si discute».
Spessotto, dopo le elezioni, era arrivata a dire che le crociere giganti avrebbero dovuto essere spostate a Trieste. In
alternativa per tenere le navi fuori dalla laguna c’è il progetto Duferco dell’ex viceministro Cesare De Piccoli, che prevede un terminal di scalo alla bocca di Lido. «Progetto accantonato visto che Delrio puntava su Marghera, un’area che secondo noi presenta comunque grossi problemi continua Spessotto - Ampliare e scavare ancora il canale dei Petroli la cui realizzazione è all’origine dello squilibrio della laguna non è certo la soluzione». Anche se in realtà l’ipotesi di un terminal in zona industriale non prevede nuovi scavi. «Siamo in contatto costante con Danilo - conclude la deputata - ma le cose da affrontare sono tantissime quindi servirà un ordine di priorità».