Il giovane lupo della Lessinia (come non si era mai visto)
Le sigle degli allevatori si dividono. Spunta il video (con qualità mai vista) di un esemplare
Un giovane esemplare di lupo in Lessinia immortalato da una VERONA videotrappola nel marzo scorso: immagini così nitide non se ne erano mai viste. Intanto, è polemica sugli abbattimenti: il Trentino pensa ad avviarli, da noi le associazioni di allevatori si dividono.
Nei giorni in cui riesplode, non a caso nel periodo della transumanza, il dibattito sulla presenza del lupo in Lessinia e nella fascia pedemontana veneta, si diffonde sul web un video di pochi secondi che mostra un esemplare del branco di Slavc e Giulietta come mai lo si era visto prima. Un lupo giovane, nato probabilmente nel 2017, comunque non più un cucciolo, che compare in mezzo alla neve, passeggia un po’ e scompare dietro un abete. Chi l’ha girato non ha dubbi, è un esemplare sano, certamente non un ibrido (la cui esistenza, nonostante le voci, non è mai stata accertata). La ripresa è avvenuta grazie una videotrappola (una telecamera che si attiva automaticamente al passaggio di un animale) posizionata dall’associazione «Io non ho paura del lupo», di ispirazione ambientalista e molto attiva sull’Appennino parmense, altra zona interessata dalla presenza del predatore.
Francesco Romito, il volontario che ha pubblicato le riprese fa sapere che il lupo è stato filmato in Alta Lessinia lo scorso marzo (mese che è stato molto nevoso anche a quote non elevate). Un’ulteriore conferma che il branco è ben presente (e con nuove leve) sulla montagna veronese. Sarà anche per questo che le istituzioni si stanno muovendo: pochi giorni fa la Regione ha annunciato l’apertura ad Asiago di uno sportello dedicato alle predazioni. Una notizia che è stata accolta in Lessinia, come un segno di disinteresse per l’area, numeri alla mano ben più interessata alle predazioni dell’altopiano vicentino. Ma pochi giorni prima un’operazione analoga (pur senza sportello fisico) era stata fatta dalla Provincia, grazie a un accordo con il Parco della Lessinia. Ieri si è aggiunto un nuovo protocollo, questa volta siglato tra la Regione e una serie di associazioni di categoria, aziende casearie e i consorzi di tutela del formaggio Asiago e del Monte Veronese. Venezia si impegna a coprire la totalità dei costi sostenuti per recinti elettrificati e cani da guardiania, a contribuire all’adozione di ulteriori sistemi di protezione del bestiame, come la presenza di vigilanti nelle malghe e sui pascoli, a erogare gli indennizzi non oltre tre mesi dalla data dell’accertamento del danno e, infine, a promuovere iniziative di informazione e formazione degli allevatori per prevenire le perdite da predazione. E l’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan, afferma che chiederà «una revisione della bozza di Piano di gestione e della direttiva Habitat, in modo da poter avere più strumenti per contemperare le esigenze di tutela di una specie protetta, importante per l’ecosistema, con quelle degli allevatori».
Ma proprio gli allevatori sembrano dividersi sulla possibilità di ricorrere alle maniere forti. Commenti e dichiarazioni arrivano a seguito dell’annuncio da parte delle province autonome di Trento e Bolzano di «abbattere i lupi problematici». Per Silvia Montanaro, allevatrice di pecore brogne e referente Cia, un provvedimento analogo rischierebbe di «rendere la Lessinia un Far West, perché i lupi sono quasi sempre vicini a case e malghe». Per Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, «il problema non è solo trentino ma nazionale, servono le stesse regole per tutti: vediamo con favore l’abbattimento, quando il numero di lupi è insostenibile».