Neonata di due mesi operata al cuore senza trasfusioni
Padova, l’intervento eseguito sulla figlia di Testimoni di Geova. Il chirurgo: «Operazione delicata»
E’ già eccezionale un intervento al cuore su una neonata di appena due mesi. Se poi viene eseguito senza ricorrere a trasfusioni di sangue, perché i genitori sono Testimoni di Geova e non accettano tale pratica clinica, diventa una storia da raccontare. Protagonista la piccola Lia di Udine, che all’inizio della primavera ha cominciato a stare male. «Non è stato semplice per noi accettare l’idea di un intervento al cuore — racconta il papà — vedevamo Lia crescere bene, non capivamo la gravità della situazione. In pochi giorni abbiamo compreso che bisognava operarla e in sole due settimane è stato organizzato e perfettamente eseguito l’intervento». La famigliola è stata indirizzata dai pediatri consultati in Friuli alla Cardiochirurgia pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, centro di riferimento nazionale per l’alta specialità.
All’inizio di aprile Lia è entrata in sala operatoria. «Aveva un problema molto serio —
I genitori «Ci siamo ritrovati in una situazione più grande di noi, ma ora nostra figlia sta bene»
racconta il primario Giovanni Stellin — soffriva di coartazione aortica congenita. L’Aorta era molto stretta e il cuore soffriva, abbiamo dovuto allargarla». Il chirurgo ha aperto il torace della neonata e ha corretto l’anomalia. «Senza che la paziente perdesse una sola goccia di sangue — precisa il professor Stellin — per evitare trasfusioni bisogna implementare l’emoglobina e stare molto attenti a evitare errori ed emorragie. Ecco perché questo tipo di intervento può essere affidato solo a medici molto esperti».
Lia è rimasta in sala operatoria tre ore, ha affrontato una settimana di degenza e poi è tornata a casa. Ora sta bene e i genitori hanno scritto una lettera all’équipe di Padova: «Vi ringraziamo per la professionalità, la sensibilità e l’altruismo dimostrati alla nostra cara piccola Lia e a noi. Avete saputo organizzare ed eseguire perfettamente l’intervento, risparmiandoci tanta angoscia e tanto stress. Avevamo paura, ma ci avete rassicurati, tenendoci costantemente al corrente di quello che accadeva. Con rispetto, amore, sensibilità. Sapendo che il vostro lavoro non ha prezzo, vi ringraziamo per l’umanità che avete dimostrato — chiude la lettera — non riusciremo mai a ricompensarvi per averci restituito felicità e serenità in una situazione più grande di noi».
«Non è il primo bambino che operiamo senza ricorrere a trasfusioni — rivela il professor Stellin — da anni i Testimoni di Geova ci contattano da tutto il Triveneto e dal resto d’Italia. Noi ne rispettiamo il Credo, ma sempre nell’interesse del paziente. Abbiamo operato molti loro figli, anche in più sedute, proprio per evitare trasfusioni. E’ un impegno non da poco, ma siamo felici di assolverlo».