Negrar, la terapia che bombarda le metastasi della colonna vertebrale
Il primo paziente è stato «operato» a fine aprile. Ne sono seguiti altri dieci, al momento i primi in Europa. Tutti a Negrar, tutti all’unità di radioterapia del Sacro Cuore - Don Calabria. La procedura consiste in un bombardamento radioattivo in grado di distruggere le metastasi, gravi lesioni tumorali, che colpiscono la colonna vertebrale e che, potenzialmente, potrebbero compromettere gravemente le capacità motorie dei pazienti.
Al Don Calabria, questo tipo di interventi è stato portato a termine con una macchina comprata nel 2014, l’acceleratore lineare Truebeam, il primo acquisto che ha segnato il rilancio della radioterapia nel centro della Valpolicella. Già allora si sapeva che un giorno la macchina avrebbe potuto essere utilizzata anche per interventi di questo tipo, che sostituiscono in tutto e per tutto la chirurgia. Ma per poter utilizzare al pieno delle potenzialità è stato necessario attendere un nuovo software sviluppata da una casa tedesca, la Novalis Elements Spine. Una app, insomma, che consenta al macchinario di essere estremamente preciso, permettendo nuovi utilizzi.
«Nella maggior parte dei casi che abbiamo seguito - afferma Filippo Alongi, professore all’università di Brescia e responsabile della radioterapia a Negrar - è stata sufficiente una singola seduta di pochi minuti: il segreto è quello di individuare con precisione millimetrica il segmento malato della vertebra e la regione dove potrebbe propagarsi la malattia. Fino ad oggi avevamo usato l’acceleratore per interventi sui sintomi, validi e necessari palliativi che però non risolvevano alla radice il problema e dovevano essere quindi accompagnati da altre terapie».
I «candidati» per questo tipo di terapia, finora sperimentata solo negli Stati Uniti sono pazienti oncologici, relativamente in buono stato di salute, per i quali la metastasi della colonna vertebrale si presenta come complicanza di un tumore alla prostata (per gli uomini) o al seno (prevalentemente per le donne) magari già trattato.
Un esperimento, presentato ieri in occasione della Festa del Sacro Cuore, che al momento può dirsi riuscito. «Al momento non è emersa nessuna criticità - conclude Alongi - ma serviranno ulteriori controlli a distanza di mesi. Siamo in ogni caso molto ottimisti».
All’ospedale di Negrar, la radioterapia ontologica tratta ogni anno circa mille pazienti, il 20% dei quali arriva da altre regioni. Oltre al Truebeam, possiede altri due acceleratori lineari: l’unità è stata la prima al mondo a utilizzare una tecnica che consente di trattare contemporaneamente più metastasi cerebrali in dieci minuti.