Mazzi fa il bis, schiantati gli avversari
Affluenza al 53 per cento, fiducia al sindaco uscente che batte Bonometti (Lega)
Il giro elettorale che riconsegna SONA le chiavi del municipio all’uscente Gianluigi Mazzi è stato snobbato da un elettore su due. A esprimere la propria preferenza, 7.471 persone sulle 13.874 aventi diritto. A Sona - 18 mila abitanti, tre frazioni e metà degli elettori in quella di Lugagnano ha esercitato il diritto di voto giusto il 53 per cento del paese. C’è chi dice sia stata l’assenza di Pd e Movimento 5 Stelle. E chi sostiene che quando di mezzo c’è il cambiamento sia più facile smuovere elettori. Ciò che cambia, a Sona, è una tendenza. Da quasi trent’anni nessun sindaco si guadagnava il doppio mandato. L’ultimo fu il democristiano Angelo Boscaini (‘90). Adesso il bis lo centra con esito limpido Mazzi, figlio della vecchia An, 57.8 per cento di voti, una voragine tra sé e il 29.8 dell’ex sindaco Flavio Bonometti (2003-2008)e il 12.1 di Maurizio Moletta, cioè le altre due opzioni di centrodestra. Poteva essere vista come una questione di famiglia, vista l’area culturale dei tre nomi al netto dei simboli civici. Questione risolta, allora, con la fiducia a Mazzi, che aveva il sostegno indiretto di Forza Italia (vedi il leader provinciale e parlamentare Davide Bendinelli) mentre la Lega era per Bonometti e l’ex tosiano Moletta aveva rifiutato all’ultimo il sostegno del Pd.
Racconta Mazzi, lui che nel giro di dieci giorni intende ratificare la nuova giunta: «Non mi aspettavo un risultato così netto, 13 sezioni vinte su 14, il paese ha scelto molto chiaramente: l’unica delusione è la metà dei votanti rimasta a casa, un dato che non mi è piaciuto, e spiegarselo è difficile». Dice Bonometti: «La mia lista civica ha mantenuto stabile il proprio bacino mentre il risultato della Lega non rispecchia l’andamento generale del partito a livello nazionale e spero che il partito stesso faccia un esame attento di com’è andata. Quanto a Mazzi, vittoria netta, indubbiamente lui ha trascinato, dopodiché ha contato la presenza di persone attive nelle associazioni e nel volontariato. Ora ci prepariamo a fare un’opposizione più incisiva e meno morbida rispetto agli anni scorsi». È quanto promette anche Moletta: «Il mio risultato può essere lusinghiero visto che correvo da solo contro il sindaco uscente e un ex sindaco. La mia squadra è nata due mesi fa, è fatta di persone giovani, inesperte di politica. Sarà un’opposizione forte affinché la nuova giunta Mazzi mantenga quanto promesso in campagna elettorale».
Mazzi, dunque, lavorerà sulle scuole, potenzierà le telecamere, porterà avanti la filosofia pratica della cittadinanza attiva (tipo la rete di vicinato in contatto con le forze dell’ordine), dovrà affrontare la patata bollente dei cantieri Tav («faremo il possibile per ridurne l’impatto»), avrà il suo da fare sulla mobilità (il traffico di Lugagnano), l’ambiente (la bonifica di Sun Oil, le emissioni maleodoranti lamentate dagli abitanti della Valle di Sona circa l’azienda Matco ex Nord Bitumi), sposterà gli stalli auto dalla piazza principale di Sona e sarà attaccato dalle opposizioni per l’idea di spostare il campo nomadi di Lugagnano in una zona industriale della frazione. Di fatto, cinque dei sei volti più votati erano nella sua lista: l’assessore uscente a Personale, associazioni, cultura e comunicazione, Gianmichele Bianco (390 voti, lui che rimarca ), quello ad Ambiente ed ecologia, Gianfranco Dalla Valentina (345), il presidente del consiglio comunale Roberto Merzi (276), la new entry Monia Cimichella (266, più votata tra le donne) e il consigliere Corrado Busatta (240). Una lista da 3.116 crocette, la più scelta dagli elettori, quella di Mazzi, subito dopo la Lega con 1.386 (Gaspare di Stefano il più votato, 240 crocette). Mister preferenze, Bianco, rimarca allora: «Il risultato premia un gruppo ch’è presente in mezzo alla gente e le mie preferenze penso dimostrino quanto le relazioni vere con le persone, senza filtri, contino sempre per chi ha un ruolo importante nella comunità».