Brizzi e Boscaini, metodi opposti per conquistare i leghisti
BUSSOLENGO E ora, è caccia ai voti della Lega. A Bussolengo, sono quelli che possono decidere la contesa al ballottaggio tra la sindaca uscente Paola Boscaini e lo sfidante Roberto Brizzi, che ha scollinato in vantaggio al primo turno, 36,8 per cento contro 33,4. In questa situazione, il 23 per cento conquistato dal leghista Claudio Perusi può far pendere la bilancia, da una parte e dall’altra. Come conquistarli?
Difficile che uno dei due contendenti arrivi a siglare un accordo ufficiale di apparentamento con la Lega: entrambi espressione di liste civiche, rischierebbero di politicizzare troppo la propria proposta. Più probabilmente, cercheranno argomenti per proporsi come i più affini all’elettorato leghista.
La sindaca Boscaini ha dato ieri un primo assaggio della sua strategia con un post su Facebook, in cui allega un articolo di stampa in cui la coalizione del suo avversario viene definita di «centrosinistra» con «schegge di Forza Italia». «Il voto del primo turno ha dimostrato che il paese è molto diviso da punto di vista politico e tante persone non sono neanche andate a votare - scrive Boscaini - È un nostro dovere cercare di ricucire questa frattura, imparando dall’esperienza». Il messaggio è chiaro: se Brizzi è di «centrosinistra» (il leader di una delle sue quattro liste civiche è Stefano Ceschi, noto esponente del Pd), allora i leghisti dovrebbero votare per la proposta più loro affine, ovvero quella della Boscaini, che gode di un appoggio ufficioso da parte del leader veronese di Forza Italia, Davide Bendinelli.
Brizzi dovrà far leva su un’altra narrativa: Bussolengo è l’unico dei sei comuni al voto in questa tornata nel Veronese dove non è stata riconfermata l’amministrazione uscente; e al primo turno, quasi sette elettori su dieci - tra cui i leghisti hanno votato per il cambiamento. Chi sarà più convincente nei confronti dei leghisti sarà, probabilmente, il prossimo sindaco di Bussolengo.