Prima guerra mondiale, un bassorilievo per i sei avvocati veronesi morti
Una toga che giace a terra, stropicciata. E le sue pieghe che si trasformano, gradualmente, in montagne: i profili rocciosi del Carso, le alpi Giulie irridente. Con sei nappe che scendono: per ognuno di esse un nome. Aleardo Fronza, Mauro Bergonti, Lamberto Marini, Cesare Rimini, Giacomo Rossi, Giovanni Battisti Vignola.
Sono gli avvocati veronesi morti nel corso della Prima guerra mondiale. A cento anni esatti dalla fine del conflitto li ricorderanno i colleghi di oggi. L’ordine degli avvocati ha commissionato un bassorilievo allo scultore Alberto Zucchetta: troverà posto in tribunale, accanto alla lapide che ricorda i quattro legali ebrei allontanati nel 1938 a seguito delle leggi razziali. Sarà pronto in autunno e verrà scoperto non lontano dal 4 novembre (che però cade di sabato), che segnerà il centenario di quel «giorno della vittoria» che segnò per l’Italia la fine di un incubo lungo tre anni. L’annuncio ieri, durante l’annuale festa dell’avvocato in occasione della quale, nel pomeriggio, si è svolto anche un convegno, alla Camera di Commercio, dedicato alla professione nel periodo della Grande Guerra. Alcuni degli avvocati caduti nel conflitto si sono comportati da veri e propri eroi. È il caso di Giacomo Rossi, ucciso dai colpi di una mitraglia sul Carso, dopo aver sfidato da solo il fuoco nemico per salvare una batteria in grave pericolo. Falciato da una mitragliatrice, anche lui sul fronte dell’Isonzo anche Mauro Bergonti, mentre Aleardo Fronza, il più «anziano del gruppo» (morì a 28 anni, con il gradi di capitano) ha visto nelle file dei suoi uomini anche Cesare Battisti, con il quale ha preso parte alla conquista del monte Altissimo, in Trentino. Nell’elenco ci sono due ex maffeiani, Lamberto Marini (nonno dell’avvocato omonimo che tuttora esercita in città) e Giovanni Battista Vignola, entrambi morti sul fronte dopo aver contratto la Spagnola. «Sono nomi che fanno parte della nostra storia - hanno spiegato Alessandro Rigoli, presidente dell’ordine, e Davide Rossi, coordinatore della commissione per la storia e per l’identità professionale, nonché editorialista del
Corriere di Verona - e che erano stati dimenticati. È stato fatto un gran lavoro di ricerca (a curarlo l’avvocato Andrea Cucco, ndr) per individuare quanti iscritti all’ordine hanno preso parte al conflitto e chi non è tornato». Nel corso della giornata di ieri, sono stati premiati i migliori studenti della scuola forense e il miglior candidato della sessione d’esami dello scorso anno (con voto massimo all’orale), nonché gli iscritti che hanno raggiunto i cinquant’anni di attività.