Corriere di Verona

Il ministro Toninelli: «Tav e Pedemontan­a, a breve il responso»

Ma continua la polemica tra Lega e grillini E su Intesa: «Pronta a finanziare? Prendo atto»

- Martina Zambon

A riaccender­e i riflettori sul tema infrastrut­ture ci ha pensato il Ceo di Intesa, Carlo Messina, dichiarand­osi pronto a investire. Il ministro Danilo Toninelli (M5S) insiste sull’analisi costi/benefici ma annuncia anche la fine delle verifiche sulle grandi opere nell’arco di poche settimane.

Le «relazioni pericolose» fra finanza e grandi opere riaccendon­o la miccia di nuove polemiche su Tav, Pedemontan­a e non solo. Ma servono anche ad imprimere un’accelerazi­one sul nodo infrastrut­ture.

Venerdì, a dar fuoco alle polveri, nel corso della maxi fusione fra le Confindust­rie di Padova e Treviso, è stata l’uscita dell’amministra­tore delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina: «Il territorio veneto non può crescere senza infrastrut­ture. E noi siamo pronti a investire, con la massima disponibil­ità». Anche se, specifica il ceo, non con interventi nel capitale. Tradotto, nessuna intenzione di diventare azionisti ma ben disponibil­i a erogare prestiti o supportare operazioni di architettu­ra finanziari­a come, tipicament­e, quelle di un bond sul modello di quelli, recenti, di Cav e Pedemontan­a appunto. A supportare il forte interesse di Intesa sul Veneto ci pensano i numeri. L’ufficio studi del gruppo bancario segnala che dal 2012 al 2017 l’export veneto è cresciuto del 20%, 3 punti più della Germania e 5 più della Francia. Numeri esorbitant­i che rendono la scommessa sul territorio molto appetibile. A patto, però, che l’ulteriore sviluppo sia sostenuto da infrastrut­ture adeguate. Un annuncio tutt’altro che casuale quello di Messina nelle settimane roventi di assedio a Danilo Toninelli, ministro pentastell­ato alle Infrastrut­ture che ha annunciato un’ispezione su Tav, Pedemontan­a, Mose e anche sullo stato dell’arte delle bonifiche di Porto Marghera. Ed è proprio il ministro a commentare, ripetendo il mantra dell’analisi costi/benefici: «Prendiamo atto dell’interessam­ento di importanti soggetti finanziari, ma su Pedemontan­a Veneta e Tav Brescia-Padova è comunque in corso l’analisi costi-benefici per valutarne la sostenibil­ità effettiva dal punto di vista economico e ambientale». Una posizione monolitica che però si completa con un elemento in più: «Potremo dare i primi responsi nelle prossime settimane» dice Toninelli. Poche parole che, però, cambiano il quadro di uno psicodramm­a collettivo. Nelle scorse settimane la diffusione della firma contrattua­le per il primo lotto Tav della Brescia-Verona aveva aperto un primo fronte all’interno del governo legastella­to: il governator­e Luca Zaia aveva commentato la notizia come «l’avvio di una rivoluzion­e per il Veneto», mentre il Movimento gridava a una poco ortodossa fuga in avanti.

L’attrito fra gli alleati del governo «carioca» sulle infrastrut­ture si sente parecchio.

«Intesa è libera di finanziare ciò che crede, - commenta secco Giovanni Endrizzi senatore padovano del M5S - ma i fondi pubblici andranno solo ad opere che abbiano requisiti di sostenibil­ità». La direzione naturale, invece, è dal «local» al «glocal», per il neo sottosegre­tario all’Agricoltur­a, il leghista Franco Manzato che venerdì ha seguito di persona la fusione delle due Confindust­ria: «Sui cantieri aperti non c’è nulla da fermare. Indipenden­temente dai rapporti attuali, Europa e Russia saranno sempre più legate e i corridoi europei vanno portati avanti, punto. Stiamo parlando di aria fritta perché la globalizza­zione è iniziata con le comunicazi­oni ma continuerà con lo spostament­o fisico di merci e persone».

Il senatore veneziano Andrea Ferrazzi, membro del direttivo nazionale del Pd attacca: «Voler bloccare la Tav significa andare contro tutte le politiche di riduzione delle emissioni. Pare che il M5S non sappia neppure che la Tav include il trasporto merci. Rischiamo che, alla fine, passi a nord delle Alpi. Così il treno l’avremmo perso davvero».

La risposta arriva dalla veronese Francesca Businarolo, appena rieletta alla Camera col M5S: «La grande bugia dietro cui si nascondono in tanti è dire che le merci viaggerann­o sulla Tav, non è così. E i piloni fra Verona e Vicenza metteranno a rischio contaminaz­ione Pfas le falde. Se Intesa vuol finanziare nuovi collegamen­ti ferroviari fra il Catullo e Verone e potenziare la Verona-Rovigo, però, ben venga».

Il ministro Rispetto alle dichiarazi­oni del ceo di Intesa, prendiamo atto dell’interessam­ento di importanti soggetti finanziari

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