NUOVA EUROPA? SERVE IL TUNNEL
P iù volte evocata, vagheggiata, a volte esplicitamente nominata, una presenza aleggiava al Pala Expo Venice che ha tenuto a battesimo la nascita di Assindustria Veneto Centro, la seconda Confindustria d’Italia per grandezza, nata dalla fusione di Padova e Treviso.
Il terzo polo, il vertice anzi, di quello che è stato definito il nuovo triangolo industriale che unisce il Nordest, la Milano Capitale e la ruggente Bologna. Il convitato di pietra, citato tanto da Alberto Vacchi, presidente di Confindustria Emilia Area Centro, che da Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda Milano, è la Germania 4.0 motore d’Europa, prima potenza manifatturiera che in questo triangolo trova il suo maggior fornitore e, forse, competitor. Una forza attrattiva così potente da modificare, o da far riconsiderare, mi permetterei, la geometria di un triangolo così disegnato.
Sì, perché a metà dei lati maggiori di questo nuovo triangolo industriale, e precisamente all’altezza di Modena e Verona, parte una retta, diretta verso nord, che passando per Trento e Bolzano, centri industriali che distano in egual misura da ciascun vertice del triangolo, arriva dritta in Baviera. Si tratta di un asse congestionato e insufficiente, attraversato ogni giorno fino a 40 mila mezzi, in gran parte Tir che le merci prodotte all’interno del triangolo utilizzano per trovare il proprio naturale sbocco di mercato. É la stessa via che alcune aziende innovative di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, hanno imboccato per costruire avamposti, tra Bolzano e Trento, che servono, più che a sfruttare i vantaggi dell’autonomia, ad essere vicini al cuore dell’Europa. Bologna, Padova, Milano e Bolzano, allargando lo sguardo sulla cartina, costituiscono i vertici di un rombo, ma visto il Pil pro capite lo definirei un diamante, in cui si gioca nei prossimi dieci anni la sfida europea dell’Italia.
É una sfida che ha come punto di arrivo la costruzione del più lungo tunnel del continente, il tunnel di base del Brennero, attraverso il quale treni-merci arriveranno nel cuore d’Europa a prescindere da blocchi del traffico in Austria, condizioni meteo, esodi turistici. Ma servono anche rafforzamento dell’A22 e della ferrovia da Verona a Bolzano.
Si tratta di un tema altamente dibattuto in Germania e Austria quanto poco considerato a sud di Trento. Eppure si tratterà dell’arteria che sancirà l’unione infrastrutturale di un’area che ha già molto in comune: Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Trentino, Alto Adige, e più in su Tirolo e Baviera, sono territori che condividono una storica spinta autonomistica, settori chiave del 4.0 come metalmeccanico e automotive, una vasta e radicata coesione sociale.
Pensare ai bisogni, soprattutto infrastrutturali, di questo diamante, significa pensare alla nuova Europa al quale gli industriali del Nord guardano con così tanta forza.
*Giornalista e imprenditore, co founder di Blum