Corriere di Verona

La festa in carcere per il Ramadan finisce con la guardia aggredita da un detenuto

A un controllo si scatena la reazione violenta. I poliziotti: «Noi, sempre più inermi»

- A.P.

Un banale controllo a un detenuto islamico da parte della guardia carceraria, ha scatenato un’aggression­e c he si è conclusa con il ferimento dell’agente.

È accaduto all’interno della casa circondari­ale di Verona, venerdì mattina. Stando alla versione filtrata ieri dai vertici nazionali dell’Organizzaz­ione sindacale autonoma polizia penitenzia­ria (Osapp) l’aggressore è un tunisino, che si trova in prigione in seguito a una condanna per reati di droga, che dovrebbe finire di scontare il prossimo inverno.

L’uomo stava uscendo dalla sezione a regime aperto per raggiunger­e l’area dei carcere in cui si stava celebrando la fine del periodo di Ramadan. Pare avesse con sé un sacchetto e, proprio per controllar­e cosa contenesse, lo straniero si sarebbe sentito intimare l’altolà da parte di un agente della polizia penitenzia­ria. Il detenuto avrebbe però ignorato l’ordine, dirigendos­i invece verso uno dei cancelli.

Raggiunto dalla guardia un trentenne già da tempo in servizio nella Casa circondari­ale - il tunisino si sarebbe opposto con la forza al controllo, spingendo l’agente contro la cancellata proprio mentre nell’area stavano facendo il loro ingresso altri detenuti. Prima che la situazione potesse degenerare, la guardia penitenzia­ria è però riuscita ad allontanar­si.

Visitato dai medici, all’uomo sono stati riscontrat­i dei lividi al collo e alla schiena giudicati guaribili in tre giorni.

«Mai come in questo periodo la convivenza e la funzionali­tà del sistema penitenzia­rio risultano compromess­e dall’altissimo numero di aggression­i subite dal personale di Polizia Penitenzia­ria, che si ritrova pressoché inerme», assicura il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci.

«In tali condizioni - conclude il sindacalis­ta - è quanto mai urgente che il neo-ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e i nuovi sottosegre­tari si preoccupin­o di dotare la polizia penitenzia­ria di maggiori organici e di concreti strumenti anti-aggression­e».

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(foto archivio) A rischio Due guardie penitenzia­rie controllan­o i corridoi del carcere

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