Assisteva l’amico, adesso insegna ai «normodotati» com’è la vita in carrozzella
Si è tenuta ieri, per le vie del centro, la seconda edizione a Verona della «Skarrozzata», una manifestazione con l’obiettivo di rendere evidenti le barriere architettoniche all’interno della città italiane. Appuntamento nel pomeriggio in piazza Bra, e poi via alla «passeggiata» alla scoperta dei tanti limiti alla mobilità per chi è costretto in carrozzella. «Verona è una città difficile, come la gran parte delle città italiane storiche - spiega Giacomo Benanzioli, ideatore dell’iniziativa - ma spesso basterebbe un po’ di civiltà in più, ad esempio quando si parcheggia la macchina».
La «Skarrozzata» è un format nato a Bologna ed è rivolto principalmente ai cosiddetti normodotati: vengono loro messe a disposizione delle carrozzelle per affrontare un percorso predefinito; potranno così accorgersi, di persona, delle difficoltà talvolta insormontabili che devono affrontare i disabili o le persone con difficoltà di movimento semplicemente per spostarsi in sicurezza nelle vie della loro città. Benanzioli precisa di non esser parte di nessuna associazione. «Sono sensibile a questi temi perché avevo un amico, si chiamava Davide Adami, che era costretto in carrozzina e io lo accompagnavo spesso. Quando è mancato, lo scorso anno, ho pensato di provare a organizzare qualcosa per sensibilizzare le persone. Ho conosciuto l’ideatore dell’iniziativa a Bologna e l’ho portata a Verona».
La «Skarrozzata» è in realtà una serie di eventi, che si svolgono tutto l’anno; a Verona prevede anche visite in cantine vinicole organizzate per persone con disabilità. Benanzioli ha tuttavia un rammarico. «Tra le associazioni che si occupano di disabili c’è troppa rivalità - spiega - io le avevo invitate tutte, ma alla fine non se n’è presentata nessuna. Un peccato, lavoriamo tutti per lo stesso obiettivo».