In 200 davanti al tribunale per il processo ai venetisti L’accusa chiede 15 proscioglimenti e 30 rinvii a giudizio
Sono scesi in circa 200 dal resto del Veneto e dal Bresciano, ieri mattina a Rovigo, per manifestare solidarietà ai 45 imputati – erano 46, ma uno è deceduto lo scorso aprile - che stavano affrontando l’udienza preliminare per aver costruito il «tanko» scoperto nel 2014 a Casale di Scodosia (Padova) e per aver dato vita all’associazione «L’alleanza» che avrebbe avuti fini sovversivi. Fra i 31 imputati veneti l’ex leader dei «Forconi» Lucio Chiavegato e Franco Rocchetta, ex sottosegretario agli Esteri nel primo governo Berlusconi del 1994; l’accusa ha chiesto 30 rinvii a giudizio e 15 proscioglimenti, dieci dei quali riguardano gli imputati veneti. L’udienza è stata aggiornata dal Gup Alessandra Martinelli al 14 luglio – e non al 30 giugno come si pensava – per la decisione sulle richieste. Non si sono costituite le parti offese indicate dalla procura rodigina, ovvero presidenza del Consiglio dei Ministri e ministero dell’Interno oggi guidato dal leghista Matteo Salvini. Ieri mattina non si sono registrati problemi di ordine pubblico. I manifestanti, alcuni dei quali con bambini al seguito, sono stati posizionati dietro alle transenne. Per accedere alla «zona rossa» dei simpatizzanti bisognava fornire un documento d’identità. Sotto lo sguardo delle forze dell’ordine i simpatizzanti hanno sventolato numerose bandiere di San Marco, molte delle quali posizionate su canne da pesca.
Il tanko artigianale, trovato quattro anni fa in un capannone a Casale di Scodosia, doveva servire a compiere un’azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco.