Piazze, vie, chiese dove scatterà il Daspo urbano
C’è l’elenco dei luoghi: la misura può partire
Nuova procedura per attivare il Daspo urbano ed allontanare molestatori, balordi, sbandati e indesiderati. Approvata la delibera con un lungo elenco di strade in cui la polizia municipale avrà il potere di consegnare agli indesiderati l’ordine di allontanarsi subito di almeno 200 metri e per almeno 48 ore.
Palazzo Barbieri crea una nuova procedura per attivare il Daspo urbano ed allontanare molestatori, balordi, sbandati e indesiderati. Un’apposita delibera è stata varata dalla giunta comunale, è già stata approvata ieri all’unanimità dalla commissione consiliare e spedita al consiglio, dove l’assessore alla Sicurezza, Daniele Polato, ne ha chiesto l’approvazione d’urgenza (nonostante le prossime sedute siano impegnate nella discussione della Variante urbanistica 23) per poterla mettere in pratica già venerdì prossimo, nella serata che vedrà l’avvio della stagione operistica in Arena. In pratica, il funzionamento della delibera sarà molto semplice. È infatti stato preparato un elenco lunghissimo (14 pagine) di centinaia di strade cittadine, strade in cui sono stati segnalati accattoni, sbandati, molestatori e figure di questo tipo. In quelle vie, la polizia municipale avrà il potere di avvicinare gli indesiderati e consegnare loro l’ordine di allontanarsi immediatamente di almeno 200 metri, senza più tornare per almeno 48 ore.
Se i soggetti molesti disubbidiranno, riavvicinandosi, scatterà la segnalazione al Questore, che potrà procedere appunto al Daspo urbano, ossia all’ingiunzione di allontanamento dalla nostra città fino ad un massimo di due anni. Tra i siti cittadini compresi nell’elenco ci sono i sagrati di molte chiese («dove i parroci – ha detto Polato - segnalano esistere una vera e propria emergenza, con accattoni che avvicinano e poi anche seguono soprattutto le persone anziane»), parchi giochi, piazze, impianti sportivi (o loro vicinanze, come piazzale Olimpia accanto allo Stadio Bentegodi) e via dicendo. La delibera afferma che «sono pervenute anche dalle istituzioni scolastiche esplicite richieste di allontanamento delle persone che esercitano la prostituzione in strada, in pieno giorno e nei pressi delle scuole».
Perché questo nuovo strumento? Ancora il testo della delibera ricorda che «le migliaia di sanzioni amministrative elevate nel tempo dalla polizia municipale» a carico di soggetti fermati a causa dei loro comportamenti scorretti «si sono rivelate inefficaci a causa dell’insolvibilità della maggior parte delle persone interessate».
Tra i membri della commissione, qualche perplessità (da parte ad esempio di Michele Bertucco di Sinistra e Verona in Comune e di Marta Vanzetto del Movimento 5 Stelle) sulla effettiva efficacia di un provvedimento del genere e sulla necessità che su situazioni di questo tipo si intervenga sì, da un lato, con provvedimenti repressivi, ma si agisca anche da parte del settore Servizi sociali. Vanzetto ha lamentato anche l’esiguo numero degli agenti di polizia municipale («mai così basso da decenni a questa parte» ha detto) con Polato (Forza Italia) che replicava: «Lei che, a differenza di me, ha il suo partito al governo, aiuti lo sblocco dei fondi per i Comuni e della possibilità di nuove assunzioni»).
Tornando al tema degli strumenti utilizzabili proprio dalla polizia municipale, il comandante Altamura, a margine dei lavori di commissione, ha affermato che anche a Verona si sta considerando l’uso della body-cam, la telecamera «indossata» dai vigili per registrare comportamenti molesti ed atti illegittimi («ma anche qui c’è il problema dei fondi a disposizione» ha sottolineato) nonché del «taser», soprattutto nelle esecuzioni dei Tso (Trattamenti Sanitari Obbligatori) con l’accompagnamento di persone nei reparti di psichiatria: «Spesso – ha detto – gli agenti rischiano denunce, condanne o atti di violenza, e per questo servono strumenti che diano anche ai nostri uomini una maggiore tranquillità».
Altamura ha anche rinnovato la richiesta «di poter accedere alla banca dati del ministero dell’Interno: se potessimo inserire anche i nostri dati, sui nostri controlli, aiuterebbe tutti. Ma a tutt’oggi questo continua ad esserci negato».
L’assessore Interverremo contro gli accattoni nei sagrati e le prostitute nei pressi degli istituti