L’offensiva dell’Ordine contro le fake news per «avvisare» i medici
VERONAUna caccia alle fake news durata oltre un anno e che proseguirà ancora. Risultato: un manuale di 160 pagine a uso e consumo di tutti i medici, redatto da specialisti veronesi e bolognesi, per conto dei rispettivi Ordini, gli unici che hanno preso questa iniziativa in Italia. Perché c’è bufala e bufala: l’esempio per eccellenza riguarda la correlazione tra autismo e vaccini.
Una caccia alle fake news durata oltre un anno e che proseguirà ancora. Risultato: un manuale di 160 pagine a uso e consumo di tutti i medici, redatto da specialisti veronesi e bolognesi, per conto dei rispettivi Ordini, gli unici che hanno preso questa iniziativa in Italia. Perché c’è bufala e bufala: quella, magari ingenua per chi ha delle conoscenze specifiche, che insidia chi è meno preparato. L’esempio per eccellenza riguarda la correlazione tra autismo e vaccini: smentita da anni, anche da strumenti di divulgazione non propriamente accademici (articoli di giornale, post online di poche righe) ancora circola in certi ambienti. Poi c’è quella più insidiosa, che mescola la verità all’invenzione, più «aggiornata» al dibattito attuale tra scienziati e che può ingannare anche gli addetti ai lavori, soprattutto se non si sono aggiornati sul tema specifico. È questo il caso degli eventi avversi: com’è noto c’è un registro che raccoglie tutte le segnalazioni in Italia. Ed è la fonte, ufficiale, che i siti di area «no-vax» hanno citato di più nell’ultimo anno, spesso facendo trapelare solo i nudi dati: cifre che se, isolate, sembrano descrivere un fenomeno amplissimo, non tenendo conto che nella maggior parte dei casi si tratta di sintomi non gravi e passeggeri. Nel documento, intitolato «Alcune considerazioni e risposte sulle vaccinazioni», oltre a ribadire come i vaccini siano l’unico mezzo certo per il contenimento di epidemie, si segnala questo come un possibile problema. «Il sistema di segnalazione degli eventi avversi – vi si legge – garantisce un rapido intervento a livello internazionale in caso di possibili reazioni gravi». Ma, per l’appunto, nella maggior parte dei casi, riguardano disagi lievi».
Morale della favola: «I report delle banche dati pubbliche o private non possono essere utilizzati come documentazioni di effetti collaterali da vaccino». Una precisazione importante, perché non sono mancati medici, alcuni anche pediatri o dottori di famiglia, che li hanno usati come documentazioni in tal senso. Con una simile presa di posizione, potrebbe bastare anche questo per incorrere, anche a livello locale, in sanzioni disciplinari. Il documento è stato vergato da una commissione indipendente, la «commissione vaccini», per l’appunto, quindi autonoma rispetto l’Ordine. «È un’idea nata quand’ero ancora presidente – afferma Roberto Mora – fino al 2017 a capo dell’Ordine scaligero, e la scelta è stata fatta per evitare che qualcuno ci potesse tacciare di conflitto d’interesse. Si tratta di un modo per rispondere alle falsità che circolano sul web». L’anno scorso anche a Verona una pediatra è stata sanzionata per quanto sosteneva online sui vaccini. «Purtroppo – afferma Mora – abbiamo visto casi di autentica malafede. Avere determinate posizioni sui vaccini paga in termini di utenza». Questa sera l’ordine dei medici voterà la ratifica di questo documento.