Fumi, odori, cause e proteste Sequestrata la SuperBeton
Dopo anni di polemiche ora è sotto sigilli
La SuperBeton di via del Vegron, a Montorio, è da ieri sotto sequestro preventivo e deve chiudere i battenti, almeno per ora. Dopo anni di battaglie, manifestazioni e proteste, il giudice per le indagini preliminari, Paola Vacca, su richiesta del pm Francesco Rombaldoni, ha disposto l’immediata chiusura dell’impianto di lavorazione del bitume.La vicenda si trascina ormai da tempo. I residenti della zona di Montorio avevano formato anche un apposito comitato, lamentando fumi e odori
La SuperBeton di via del Vegron, a Montorio, è da ieri sotto sequestro preventivo e deve chiudere i battenti, almeno per ora. Dopo anni di battaglie, manifestazioni e proteste, il giudice per le indagini preliminari, Paola Vacca, su richiesta del pm Francesco Rombaldoni, ha disposto l’immediata chiusura dell’impianto di lavorazione del bitume.
La vicenda si trascina ormai da tempo. I residenti della zona di Montorio, che avevano formato anche un apposito comitato, lamentano da anni i fumi prodotti dall’azienda, il viavai di camion e l’odore terribile che, soprattutto in certi momenti del giorno, arriva fino alle loro case. La polizia municipale si è subito attivata su questo fronte. Una telecamera di controllo era stata appositamente installata nella zona, migliaia d’immagini, espressamente citate nel decreto emesso ieri dal giudice, che confermano l’emissione di fumi, mentre molti agenti hanno testimoniato l’esistenza degli odori. Il comandante Luigi Altamura ha raccolto così un voluminoso dossier (relativo soprattutto agli orari tra le sei e le otto del mattino), ed anche nei giorni scorsi ha attestato «la perfetta corrispondenza tra le segnalazioni e la lavorazione del bitume». La questione è poi arrivata al vaglio della magistratura, che ieri ha preso la sua decisione. Proprio il testo del decreto di sequestro preventivo ripercorre la storia di questo insediamento produttivo. Il sito, tra mille polemiche, era stato autorizzato nel dicembre 2014, all’interno di una cava dismessa, dal settore Ambiente della Provincia, che aveva però posto alcune precise condizioni. Secondo il magistrato, la SuperBeton «non ha rispettato quanto stabilito da quel provvedimento (per esempio non realizzando una struttura “confinata”, ovvero protetta, dove caricare i camion), provocando ripetute e diffuse emissioni in atmosfera di fumane provenienti dalle operazioni di carico sui camion del conglomerato bituminoso in temperatura, atte ad offendere e molestare gli abitanti della zona circostante». Esattamente quello che i residenti lamentavano da anni. Il Comitato, per aver sostenuto questa tesi con molta…vivacità, si era visto chiedere dall’azienda un milione di euro, con l’accusa di averle provocato un grave danno d’immagine. La SuperBeton aveva vinto anche una causa davanti al Tar, che aveva rigettato il ricorso dei residenti. L’anno scorso era stato avviato un tentativo di trattativa per trasferire l’azienda in un’altra località.
Soddisfatto adesso per l’intervento della magistratura il sindaco Federico Sboarina: «Il Nucleo amministrativo della polizia municipale ha eseguito il sequestro disposto dal Tribunale – ha detto - dopo un’attività che ha impegnato gli agenti e il personale del settore Ambiente del Comune in un’indagine che è proseguita per mesi. Attraverso i sistemi di videosorveglianza e le decine di sopralluoghi dei vigili di quartiere – ha aggiunto - è stata raccolta la documentazione che ha portato al provvedimento, dopo che da tempo i cittadini e il comitato di Montorio lamentavano la presenza irregolare e massiccia di fumi e di odori».
L’ordinanza del gip «Ripetute emissioni illecite, l’azienda non ha rispettato le prescrizioni»