Area logistica, offerta rifiutata Tosi: «Conflitto d’interessi»
«L’assessore ha degli interessi d’impresa in quell’area e non vuole la vendita a Gruber. Città bloccata per motivi di bottega. Consorzio Zai? Virtuoso, ma non è una vacca da mungere». L’ex sindaco e oggi consigliere comunale di opposizione Flavio Tosi torna sulla vicenda della mancata cessione dei Magazzini Generali alla Gruber Logistics. Il Comune ha rifiutato l’offerta da 18 milioni di euro della ditta bolzanina, che aveva promesso anche di assumere circa 600 persone, ritenendola non congrua. L’assessore Daniele Polato aveva spiegato che Hangartner, che oggi affitta quell’area «paga 1,5 milioni l’anno di affitto per 6 anni più altri 6, il che vuol dire incassare i soldi che ci propone oggi la Gruber senza però cedere la proprietà». E si era detto contrario a vendere quell’area, ritenendola strategica per lo sviluppo futuro del Consorzio Zai. Tosi, però, non è d’accordo. «Le motivazioni con le quali Polato boccia l’offerta di 18 milioni di euro di Gruber non stanno in piedi. afferma l’ex sindaco - Non è vero che l’affitto a Hangartner rende come renderebbe l’acquisto di Gruber, infatti il rinnovo del contratto a Hangartner - dedotto dalle spese di gestione immobiliare - dà una redditività complessiva inferiore ai 10 milioni. Ed è ridicolo dire no a Gruber per evitare che soggetti privati possano interferire con lo sviluppo dell’area pianificato dal Consorzio Zai, dal momento che nel Quadrante Europa sono già presenti soggetti privati come Volkswagen, Bayernland, Corsi, Mion, Interfarma e Garden Frutta, tutti per assegnazione dello stesso Consorzio Zai. Consorzio Zai che in questi anni ha prodotto sempre bilanci in attivo, ma a cui non si può far pagare questa virtuosità costringendolo ad entrare nei Magazzini e così assorbire esposizioni per 15 milioni. Non è una vacca da mungere». Per Tosi la verità è un altra: «Polato si trova in conflitto d’interessi perché in quell’area lui ci lavora come imprenditore. Siamo davanti a un caso nel quale si rinuncia allo sviluppo della città, a 600 posti di lavoro e all’indotto che offrirebbe Gruber per meri motivi di bottega». Secca la replica dell’assessore, la cui ditta di famiglia si occupa di logistica: «Io lì non ho più neanche l’ufficio».