Corriere di Verona

«Da due anni assisteva ogni notte il cugino Stava sempre su Fb»

- (e.p.)

«Non vengo a pranzo perché poi devo andare a Casa Serena». Giuseppe Zoppi e il figlio Mario l’hanno salutata come tutte le altre volte vedendola allontanar­si dal piazzale della loro officina in Zai. Ma non avrebbero mai immaginato che quello dello scorso 4 giugno sarebbe stato l’ultimo incontro con «zia» Fernanda. Perché Fernanda Paoletti, la pensionata trovata morta nella sua abitazione a San Michele Extra, prima di andare all’appuntamen­to con il suo assassino era stata dal cugino Giuseppe, come ogni giorno. Era lei, alternando­si con l’amica Giovanna, a badare all’anziano costretto a spostarsi con un girello. E ogni sera si fermava a casa di Giuseppe a dormire con lui, proprio sopra l’officina di famiglia. «Praticamen­te viveva qui - ricorda il “nipote” Mario -. Quando mia nonna Ida (la madre di Giuseppe, ndr) aveva iniziato a stare male, verso il 2007, Fernanda l’aveva accudita con amore. E, di fatto, insieme a suo marito Luigi vivevano qui da noi ogni giorno. Tanto che poi, quando la malattia di Luigi si era aggravata, avevano comunque continuato a fare la spola tra casa nostra e la loro abitazione». Rimasta vedova due anni fa, Fernanda si era dedicata con passione a dare una mano a Giuseppe. «Arrivava qui ogni giorno verso le 19, io alle 20.30 sono già a dormire e rimaneva qui tutta la notte, dormendo nella sua stanza - ricorda Giuseppe -. Poi la mattina, verso le 9.30, partiva e ritornava a casa sua. Ma non erano mai le 9.30 perché era sempre in ritardo». «Ma che relazione? Ce ne saremmo accorti - domanda Mario -. Stava sempre su Facebook, è vero. Ma non è che chattava solo con quell’uomo: scriveva anche a sua moglie (come ha raccontato la signora al Corriere di Verona, ndr)». I due parenti negano l’ipotesi di un movente sentimenta­le, ma faticano a credere all’ipotesi del denaro prestato. E mostrano il camper sistemato nel piazzale: «Quello era il suo camper, ce l’aveva appena fatto sistemare perché aveva intenzione di venderlo. Diceva che sarebbe stato la sua pensione».

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Addolorati Nella foto Giuseppe Zoppi e il figlio Mario (Fotoland)

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