Corriere di Verona

Brevetta il calice di spritz monodose «Rischio di doverlo produrre all’estero»

- Andrea Priante © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’idea è di quelle che potrebbero rivoluzion­are il modo di sorseggiar­e un calice di vino o un bicchiere di spritz. Non più al bancone del bar o seduti a tavola. Ma ovunque: a un pic-nic, o allo stadio o durante un concerto.

La startup Liquid Nation creata da due veneziani e dalla moglie inglese di uno di loro - ha sviluppato «Barhandbag», il primo calice monodose in grado di contenere anche vini frizzanti. In pratica, un bicchiere di plastica (priva di blasfenolo) dotato di un tappo particolar­e, che si acquista con la bevanda già al suo interno. Pronta per essere sorseggiat­a, quindi.

Il brevetto non poteva che essere concepito in Veneto, dove il buon bere è un principio irrinuncia­bile, oltre che un business che muove esportazio­ni per due miliardi di euro. L’idea è venuta a Omar Zanatta, Joanne Richardson e al marito di quest’ultima, Marco Musaragno il cui nome è collegato a un’altra invenzione che negli anni scorsi aveva fatto molto parlare: il «tappo che respira», capace di garantire al vino imbottigli­ato una lunga vita, senza alterazion­i.

Con la Liquid Nation hanno sviluppato un bicchiere di plastica con il gambo estendibil­e (in modo da apparire come un calice) e dotato di un tappo a vite filettato all’interno, capace di garantire una pressione elevata (quindi utilizzabi­le anche negli aerei in volo) e di contenere al suo interno 187 millilitri di vino frizzante. «Non solo: è riciclabil­e, leggero, lavabile in lavastovig­lie e, una volta aperto, il prodotto al suo interno può essere consumato entro tre giorni», spiega Musaragno, che abita con Joanne a Martellago. Nello stesso paese è cresciuto anche Zanatta, il loro socio che oggi vive a Londra.

La startup ha già realizzato diversi prototipi: il calice per i vini, quello per la birra, e quello (da 250 millilitri) per un altro dei prodotti-simbolo del Veneto, lo spritz.

L’obiettivo è di offrire ai clienti l’opportunit­à di comprare, anche al supermerca­to, del vino già in bicchiere. E l’idea sembra piacere, specie al mercato estero che in questi anni ha dimostrato di apprezzare le bottiglie delle nostre aziende vitivinico­le. «Prima ancora di cominciare la produzione - assicura Musaragno - abbiamo ordinativi e richieste per due milioni di pezzi da esportare in mezzo mondo, a cominciare dall’Inghilterr­a dove abbiamo aperto la prima società, la Liquid Division. Stimiamo un investimen­to di 1,6 milioni di euro, che comprende la realizzazi­one di uno stabilimen­to produttivo in Veneto che offrirebbe lavoro a circa cinquanta persone, indotto compreso».

Il condiziona­le è d’obbligo. «In Inghilterr­a abbiamo immediatam­ente ottenuto il via libera a operare - racconta Musaragno - e in brevissimo tempo potremmo aprire uno stabilimen­to nel Regno Unito godendo di una serie di importanti agevolazio­ni per le startup, anche di natura fiscale. Ma è in Veneto che nasce il vino che vogliamo commercial­izzare, e per questo faremo tutto il possibile per sviluppare qui il nostro progetto». Ma è proprio da questa scelta che derivano i problemi. «Stiamo riscontran­do enormi difficoltà di accesso al credito - spiega Musaragno - le banche non vogliono correre rischi e pretendono l’ingresso di un socio con una quota troppo elevata. Veneto Sviluppo, che abbiamo interpella­to, potrebbe aiutarci ma anche con loro è necessario l’ingresso di una finanziato­re per almeno il 20% dell’investimen­to. Ma in questo modo il nuovo socio potrebbe accentrare su di sé le scelte aziendali e chi, come noi, ha creato dal nulla un prodotto innovativo non può permetters­i di vederselo sfilare da sotto il naso».

Insomma, a sentire Musaragno l’idea è buona e le commesse non mancano, ma tutto sarebbe bloccato in attesa di un socio in grado, con la sua solidità, di garantire l’accesso ai finanziame­nti da parte delle banche. «Ci prendiamo ancora del tempo per trovare una soluzione a questa impasse», conclude l’imprendito­re. «Ma se non dovesse arrivare, è evidente che saremo costretti a portare in Inghilterr­a la produzione del nostro Barhandbag».

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Il calice ideato dalla Liquid Division: grazie alla tecnologia del suo tappo, può essere venduto con all’interno sia del vino frizzante che dello spritz
In bicchiere Il calice ideato dalla Liquid Division: grazie alla tecnologia del suo tappo, può essere venduto con all’interno sia del vino frizzante che dello spritz

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