Corriere di Verona

«Tribunali del Veneto abbandonat­i dallo Stato» La Regione in soccorso

L’accusa del procurator­e capo Cherchi. La Regione mette in campo 230 «aiutanti»

- di Marco Bonet

VENEZIA «Il Veneto versa in una situazione di abbandono da parte dello Stato». Di più: «Noi viviamo di carità. Siamo come gli affamati, prendiamo qualunque cosa perché siamo ad un passo dal blocco totale, siamo vicini alla paralisi». Il procurator­e capo di Venezia Bruno Cherchi (è sua la prima dichiarazi­one) e la presidente della Corte d’appello Ines Maria Luisa Marini (è sua la seconda) hanno lasciato tutti stupefatti ieri, a Palazzo Balbi, a margine della firma dei protocolli con la Regione per il rafforzame­nto del personale negli uffici giudiziari. Che i tribunali del Veneto versino in condizioni critiche, infatti, è cosa nota, che si va denunciand­o da anni, ma ieri i toni sono stati da resistenza ormai stremata (se non da resa incondizio­nata) e tratteggia­vano una macchina allo sfascio, alla quale per il cittadino diventa perfino utopico chiedere giustizia.

«In Corte d’appello - ha spiegato la presidente Marini - il tasso di prescrizio­ne è altissimo (salta un processo su due, ndr.). Questo perché una sentenza di primo grado, una volta impugnata, resta due, alle volte tre anni chiusa nel cassetto del giudice prima che il personale riesca a lavorarla, trasmetten­dola in appello». Ha quindi senso, per chiunque, privati e imprese, sperare di vedere riconosciu­ti i propri diritti? A rispondere, seppur indirettam­ente, è stata sempre Marini: «Ho appena dovuto chiedere al ministero della Giustizia un altro milione di euro per pagare i risarcimen­ti dovuti ai ritardi della giustizia, 486 casi l’anno scorso». La causa di tutto, hanno riferito Cherchi e Marini, sta nella gravissima carenza di personale degli uffici. In Corte d’appello, su 122 posti previsti in organico solo 88 sono coperti, con squilibri insostenib­ili nelle posizioni apicali, come i dirigenti (dovrebbero essere 7, sono 4) e i funzionari (sono 16 anziché 31). Complessiv­amente, nel sistema giustizia del Veneto, i posti in organico sono 1.102 ma le presenze sono soltanto 855, con una differenza in negativo di 247 unità (le situazioni più gravi, oltre che in Corte d’appello, si registrano al Tribunale dei minori, all’Ufficio di sorveglian­za di Padova e in tribunale a Vicenza).

«Un quadro aggravato dal fatto che i concorsi per il reclutamen­to del personale amministra­tivo sono fatti su base nazionale - ha detto Cherchi molti vincitori provengono dal Sud Italia e quindi, dopo poco tempo, cercano di tornare nelle Regioni d’origine in

Ines Marini (Pres. Corte d’Appello) Viviamo di carità, siamo affamati e prendiamo quel che ci danno perché rischiamo la paralisi

ogni modo. Noi, invece, avremmo bisogno di personale preparato e motivato, che resta al nostro fianco una volta imparato il mestiere. Occorrereb­bero concorsi regionaliz­zati» ha chiuso il procurator­e della Repubblica ed è stato un assist al presidente della Regione Luca Zaia, che da tempo va insistendo proprio su questo, confidando molto nella trattativa autonomist­a aperta col governo: «Sarà una delle cose che chiederemo al nuovo ministro della Giustizia - ha annunciato Zaia - insieme alla possibilit­à di trasferire negli uffici giudiziari, ovviamente dopo tutto il dialogo ed il confronto del caso, i dipendenti delle ex Province che ora vivono in un limbo». Marini non è sembrata invece convinta da un’altra battaglia più volte annunciata dal neo governo, la riapertura dei piccoli tribunali, da Bassano a San Donà: «Sono stati chiusi proprio perché lì il lavoro era diventato insostenib­ile, fu una scelta obbligata dettata dalla constatazi­one che si trattava di tribunali ormai morti».

Nell’attesa di vedere se l’orizzonte cambierà col governo «del cambiament­o», nella convinzion­e che «una giustizia che funziona migliora la qualità della vita e la competitiv­ità del territorio» Zaia ha firmato con Marini e Cherchi tre protocolli d’intesa per intervenir­e sull’emorragia «con un cerotto». Un milione di euro, provenient­e dal Fondo Sociale Europeo, verrà impiegato per formare un centinaio di persone svantaggia­te da impiegare poi negli uffici. Altre 90 persone arriverann­o dai lavori socialment­e utili (non c’è stanziamen­to regionale perché si tratta di persone che già percepisco­no l’indennità di mobilità dall’Inps). Infine, 105 mila euro saranno dedicati ad una quarantina di tirocinant­i neo laureati in giurisprud­enza che affiancher­anno i magistrati nel loro lavoro quotidiano: «Sono figure molto importanti per noi - ha concesso Marini - perché in molti casi scrivono le bozze delle sentenze che poi aiutano molto i giudici nei loro verdetti finali».

«Non basta? - ha chiuso Zaia - Sicurament­e. Ma almeno aiuta».

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