«Tribunali del Veneto abbandonati dallo Stato» La Regione in soccorso
L’accusa del procuratore capo Cherchi. La Regione mette in campo 230 «aiutanti»
VENEZIA «Il Veneto versa in una situazione di abbandono da parte dello Stato». Di più: «Noi viviamo di carità. Siamo come gli affamati, prendiamo qualunque cosa perché siamo ad un passo dal blocco totale, siamo vicini alla paralisi». Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi (è sua la prima dichiarazione) e la presidente della Corte d’appello Ines Maria Luisa Marini (è sua la seconda) hanno lasciato tutti stupefatti ieri, a Palazzo Balbi, a margine della firma dei protocolli con la Regione per il rafforzamento del personale negli uffici giudiziari. Che i tribunali del Veneto versino in condizioni critiche, infatti, è cosa nota, che si va denunciando da anni, ma ieri i toni sono stati da resistenza ormai stremata (se non da resa incondizionata) e tratteggiavano una macchina allo sfascio, alla quale per il cittadino diventa perfino utopico chiedere giustizia.
«In Corte d’appello - ha spiegato la presidente Marini - il tasso di prescrizione è altissimo (salta un processo su due, ndr.). Questo perché una sentenza di primo grado, una volta impugnata, resta due, alle volte tre anni chiusa nel cassetto del giudice prima che il personale riesca a lavorarla, trasmettendola in appello». Ha quindi senso, per chiunque, privati e imprese, sperare di vedere riconosciuti i propri diritti? A rispondere, seppur indirettamente, è stata sempre Marini: «Ho appena dovuto chiedere al ministero della Giustizia un altro milione di euro per pagare i risarcimenti dovuti ai ritardi della giustizia, 486 casi l’anno scorso». La causa di tutto, hanno riferito Cherchi e Marini, sta nella gravissima carenza di personale degli uffici. In Corte d’appello, su 122 posti previsti in organico solo 88 sono coperti, con squilibri insostenibili nelle posizioni apicali, come i dirigenti (dovrebbero essere 7, sono 4) e i funzionari (sono 16 anziché 31). Complessivamente, nel sistema giustizia del Veneto, i posti in organico sono 1.102 ma le presenze sono soltanto 855, con una differenza in negativo di 247 unità (le situazioni più gravi, oltre che in Corte d’appello, si registrano al Tribunale dei minori, all’Ufficio di sorveglianza di Padova e in tribunale a Vicenza).
«Un quadro aggravato dal fatto che i concorsi per il reclutamento del personale amministrativo sono fatti su base nazionale - ha detto Cherchi molti vincitori provengono dal Sud Italia e quindi, dopo poco tempo, cercano di tornare nelle Regioni d’origine in
Ines Marini (Pres. Corte d’Appello) Viviamo di carità, siamo affamati e prendiamo quel che ci danno perché rischiamo la paralisi
ogni modo. Noi, invece, avremmo bisogno di personale preparato e motivato, che resta al nostro fianco una volta imparato il mestiere. Occorrerebbero concorsi regionalizzati» ha chiuso il procuratore della Repubblica ed è stato un assist al presidente della Regione Luca Zaia, che da tempo va insistendo proprio su questo, confidando molto nella trattativa autonomista aperta col governo: «Sarà una delle cose che chiederemo al nuovo ministro della Giustizia - ha annunciato Zaia - insieme alla possibilità di trasferire negli uffici giudiziari, ovviamente dopo tutto il dialogo ed il confronto del caso, i dipendenti delle ex Province che ora vivono in un limbo». Marini non è sembrata invece convinta da un’altra battaglia più volte annunciata dal neo governo, la riapertura dei piccoli tribunali, da Bassano a San Donà: «Sono stati chiusi proprio perché lì il lavoro era diventato insostenibile, fu una scelta obbligata dettata dalla constatazione che si trattava di tribunali ormai morti».
Nell’attesa di vedere se l’orizzonte cambierà col governo «del cambiamento», nella convinzione che «una giustizia che funziona migliora la qualità della vita e la competitività del territorio» Zaia ha firmato con Marini e Cherchi tre protocolli d’intesa per intervenire sull’emorragia «con un cerotto». Un milione di euro, proveniente dal Fondo Sociale Europeo, verrà impiegato per formare un centinaio di persone svantaggiate da impiegare poi negli uffici. Altre 90 persone arriveranno dai lavori socialmente utili (non c’è stanziamento regionale perché si tratta di persone che già percepiscono l’indennità di mobilità dall’Inps). Infine, 105 mila euro saranno dedicati ad una quarantina di tirocinanti neo laureati in giurisprudenza che affiancheranno i magistrati nel loro lavoro quotidiano: «Sono figure molto importanti per noi - ha concesso Marini - perché in molti casi scrivono le bozze delle sentenze che poi aiutano molto i giudici nei loro verdetti finali».
«Non basta? - ha chiuso Zaia - Sicuramente. Ma almeno aiuta».