Allarme maestre: una su tre rischia il licenziamento «Sarà il caos»
Fronte comune di sindacati e provveditorato: «Diplomi magistrali, serve soluzione politica»
Primarie e scuole dell’infanzia: una maestra su tre è in un limbo giuridico che può portare al licenziamento. È l’effetto della sentenza del Consiglio di Stato per i docenti con diploma magistrale. L’allarme lanciato da sindacati e provveditorato: «Rischiamo di non avere personale».
Settembre 2018: inizia la scuola, i bambini di prima elementare familiarizzano con il loro maestro o maestra che, si aspettano, li accompagnerà nel quinquennio probabilmente più delicato, dal punto di vista formativo, della loro vita. In molti casi, però, la cattedra potrebbe rimanere scoperta all’improvviso. Nel corso dell’anno, infatti, è possibile che l’insegnante venga licenziato da un giudice.
L’anno scorso, il Consiglio di Stato in adunanza plenaria ha stabilito che i docenti diplomati magistrali ante 2001/2002 non possono essere inseriti nelle graduatorie a esaurimento, che sono oggi la strada più diretta per l’assunzione in una scuola. Ma in precedenza, i Tar avevano avuto spesso un orientamento opposto. E così tra Verona e provincia sono 199 i docenti teoricamente non abilitati ma comunque inseriti in graduatoria e successivamente assunti a tempo indeterminato. Un’assunzione sub iudice che rischia concretamente di essere annullata, magari proprio nel bel mezzo dell’anno scolastico, alla luce di quella sentenza.
Ulteriore paradosso: i docenti licenziati saranno sostituiti, con buona probabilità, da colleghi nella stessa situazione: 290 sono infatti le supplenze che coinvolgono docenti inseriti in graduatoria con riserva, anch’essi quindi a rischio licenziamento. Altri ancora risultano inseriti nelle graduatorie d’istituto. In totale, in questo limbo, si trovano in 966 a Verona, tra scuole primarie (537) e dell’infanzia (429). Di fatto, un docente su tre si trova a rischio.
Un monitoraggio dell’Ufficio provinciale scolastico stima in 315 posti quelli per cui è a rischio la copertura, all’inizio del prossimo anno scolastico, quando saranno 731 le supplenze disponibili. «Rischiamo davvero di non aver personale a sufficienza», dice il provveditore Albino Barresi, che appoggia la battaglia dei sindacati per richiedere al Ministero dell’Istruzione di intervenire, prevedendo per lo meno un periodo transitorio per i docenti diplomati magistrali. «È una battaglia per l’utenza - dice Barresi - È un problema davvero gravoso, so però che è già presente nell’agenda del ministro».
«A Verona - spiega Alessio Rebonato di Cisl Scuola - non ci sono ancora stati licenziamenti. Ma il rischio concreto è che docenti possano venire licenziati in corso d’anno, con tutte le conseguenze del caso». «Abbiamo segnalato la situazione anche al prefetto aggiunge Beatrice Pellegrini, della Flc Cgil - perché la scuola primaria, in particolare, rischia di essere bloccata. Ma è urgente che del problema si faccia carico il Miur: bambini e famiglie hanno diritto a continuità educativa e serenità una volta iniziato l’anno scolastico. Chiediamo un investimento sul futuro».
Ad aggravare il quadro c’è un altro fattore: le facoltà di Scienze dell’Educazione, come sottolinea Elisabetta Capotoso della Snals Confsal «non sfornano laureati a sufficienza a coprire i posti richiesti». La richiesta ai rettori delle Università di Verona e di Padova è di aumentare i posti delle facoltà (a numero chiuso) dai 300 attuali ad almeno 700 per l’anno scolastico 2018/2019.
Albino Barresi Rischiamo di non avere personale per iniziare l’anno scolastico, il problema è gravoso