Il ritorno del Traforo Sboarina: la vera sfida è renderlo finanziabile
«Solo ipotesi? No, c’è chi sta lavorando». Tosi: si prospettano soluzioni sbagliate
«Una soluzione per il traffico a nord della città va comunque trovata», dice il sindaco Federico Sboarina rilanciando l’idea del Traforo delle Torricelle, in una versione ridotta rispetto a quanto previsto da Tosi: di fatto solo un tunnel urbano. Ma l’ex sindaco rilancia: «Così non risolve il problema del traffico, riparta dal nostro progetto».
«Una soluzione per il traffico a nord della città va comunque trovata: il Traforo nella versione voluta dalla giunta precedente è morto e sepolto, adesso occorre un progetto che sia meno invasivo dal punto di vista ambientale e che sia bancabile, ossia, a differenza di quello precedente, finanziabile da parte degli istituti di credito». Il sindaco Federico Sboarina spiega lo stato dell’arte sul tema sempre attuale di un tunnel sotto le Torricelle. Ora è tornato d’attualità quello in versione più corta, che bucherebbe le nostre colline entrando all’altezza di via Colonnello Fincato ed uscendo a Ca’ di Cozzi. Sboarina si mantiene molto prudente, anche perché è tuttora in corso la disfida legale con Technital, che dovrebbe concludersi il 19 luglio con la sentenza sull’escussione della fidejussione.
Una proposta vera e propria, comunque, al momento non esiste, ma Sboarina ammette che «c’è chi ci lavora». Su quella che sembra essere quindi al momento una proposta di massima comunque sul tappeto, interviene anche l’ex sindaco Flavio Tosi, affiancato dal «suo» assessore Gian Arnaldo Caleffi, da Alberto Bozza e dalle rappresentanti della prima e seconda Circoscrizione, Carlotta Pizzighella e Patrizia De Nardi. Tosi ha detto di essere favorevole «con riserva» alle nuove proposte di Sboarina. Secondo l’ex sindaco, «il Traforo è un’opera indispensabile, ma il problema è quello di come la si realizza. Sboarina vuole far arrivare il passante fino a Ca’ di Cozzi, ma così non risolve il problema del traffico, lo sposta solo di qualche chilometro, dal Teatro Romano e Ca’ di Cozzi a via Preare fino a Parona, mentre il nostro progetto, non a caso, arrivava fino a Verona nord. E come minimo una bretella dovrebbe raggiungere Parona. Inoltre – ha proseguito Tosi – la trincea che parte da Avesa dovrebbe essere coperta e non a cielo aperto, per salvaguardare l’impatto ambientale: lo stesso Sboarina, da assessore all’Ambiente della mia amministrazione, giustamente si era battuto e impuntato su questo. Come mai ha cambiato idea?». Tosi ha poi posto una questione di metodo: «Perché cancellare la procedura precedente, - ha chiesto - e ricominciare da zero un iter urbanistico, amministrativo e burocratico che nella migliore delle ipotesi ti porta via tre anni?». Alberto Bozza, mostrando un filmato girato tra le 8.15 e le 9.45 in via Preare, ha sottolineato come quella strada oggi sia «congestionata come non mai, sia nel tratto che sale verso Parona che in quello che scende verso la città, ed una proposta di traforo non può non tenerne conto. Inoltre ha aggiunto Bozza - i quartieri di Avesa, Ponte Crencano e Quinzano non possono trovarsi con una tangenziale a cielo aperto: in quel tratto deve essere invece tutto sotterraneo come era stato previsto con Sboarina assessore ed il sottoscritto presidente della Seconda Circoscrizione».
Gian Arnaldo Caleffi ha invece posto l’attenzione su via dal Cero, tra Porta nuova e città di Nimes: «Tratto intasato – ha spiegato - perchè che da lì passa chi va da est a ovest e chi dalla Valpolicella scende verso la Zai: ripartire dalla proposta di traforo dell’amministrazione Tosi consentirebbe indirettamente di decongestionare anche quel tratto».
Carlotta Pizzighella ha aggiunto che «se va bene alla Prima circoscrizione sgravare Veronetta, piazza Isolo e Ponte Pietra, non è però giusto riversare tutti gli effetti negativi sulla Seconda circoscrizione». E Patrizia De Nardi ha spiegato: «Dobbiamo considerare che l’ospedale porta traffico e che il filobus, che passerà in via Mameli e Ca’ di Cozzi, orfano del parcheggio scambiatore, implica una visione attenta e ampia della viabilità per dare risposte concrete ai bisogni dei nostri quartieri».
L’ex sindaco S’è voluto azzerare tutto ma così si perdono minimo altri tre anni