Corriere di Verona

Profughi, la fake news dell’invasione

Cestim: nei Comuni non si è superata la quota del 3 per mille

- di Enrico Presazzi

«Non siamo in presenza di alcuna invasione», dicono dal Cestim commentand­o i dati del Report «Accoglienz­a straordina­ria nel Comune e nella Provincia di Verona 2014-2017», che ha ad oggetto i richiedent­i asilo.

«Vi darò una buona notizia: non siamo in presenza di alcuna invasione». Il sociologo Maurizio Carbognin, già direttore generale del Comune di Verona, snocciola i numeri e va contro quella che lui stesso definisce la «discussion­e pubblica» che propone sempre più spesso l’equazione tra richiedent­i asilo ed emergenza. È lui ad aver curato in prima persona il Report del Cestim sull ’«Accoglienz­a straordina­ria nel Comune e nella Provincia di Verona 2014-2017», presentato ieri sera in anteprima in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, nella Sala Africa della casa madre dei Padri Comboniani. Al suo fianco il consulente e formatore nazionale dell’Anci per i progetti Sprar Giovanni Franco Valenti e il funzionari­o della prefettura scaligera Gianmaria Meneghini. È stato quest’ultimo sottolinea­re come la cosiddetta fase emergenzia­le sia stata ormai superata, portando l’esempio concreto dell’ultimo bando per l’accoglienz­a emesso dai Palazzi Scaligeri: «Siamo usciti dallo schema dell’affido diretto per passare a una soluzione più struttural­e (quella della gara pubblica, ndr) che garantisce un certo standard nei servizi».

Ma Carbognin ha voluto puntualizz­are che anche nel periodo più «caldo» degli sbarchi e degli arrivi a cadenza quasi quotidiana, nel Veronese non «c’è mai stata l’invasione». «Il picco di presenze è stato registrato a giugno dello scorso anno quando i richiedent­i protezione internazio­nale ospitati nei vari Cas erano 2.742 - ricorda -. Il rapporto tra questi migranti e i residenti è stato sempre inferiore al tre per mille, esclusi tre casi di piccoli centri del Baldo e della Lessinia. Ma va detto che già prima dell’arrivo dei centri per l’accoglienz­a, la presenza di cittadini di origine straniera nei comuni veronesi era significat­iva con valori superiori all’8% e in alcuni comuni della Bassa anche oltre il 15% senza che questo abbia manifestat­o reazioni di “rigetto” da parte della comunità». Detto che lo Sprar nel Veronese non è ancora decollato (solo tre Comuni, compreso il capoluogo, hanno ad oggi attivato propri centri), il «buco nero» individuat­o dalla ricerca è proprio quello dello scollament­o tra le strutture di accoglienz­a e il territorio. «A parte nel momento dell’insediamen­to di un nuovo Cas e le proteste guidate dai politici locali - è spiegato nel rapporto -, le reazioni negative per lo più si fermano lì. Per quanto riguarda le amministra­zioni comunali, i rapporti sono pressoché inesistent­i e quasi tutte si comportano come se il Cas non ci fosse». Una «miopia» che rischia di avere ripercussi­oni sul lungo periodo, spiega il sociologo: «La vera sfida è quella dell’inseriment­o lavorativo di queste persone. Rischiano di rimanere sul territorio con il permesso di soggiorno, ma di essere isolati dal contesto».

 ??  ?? Accoglienz­a Un gruppo di richiedent­i asilo ospitato nel Veronese. Stando al report del Cestim che ha analizzato i dati dal 2014 al 2017 non c’è mai stata un’«invasione»
Accoglienz­a Un gruppo di richiedent­i asilo ospitato nel Veronese. Stando al report del Cestim che ha analizzato i dati dal 2014 al 2017 non c’è mai stata un’«invasione»

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