Uccisa in casa: Di Salvo, l’indizio del freezer aperto
Il sospetto degli inquirenti: Di Salvo l’ha fatto per ritardare la decomposizione del corpo
Per il gip Livia Magri che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Pietro Di Salvo, il pensionato accusato dell’omicidio dell’amica Fernanda Paoletti avrebbe organizzato tutto a tavolino.
Altro che delitto d’impeto. Per il gip Livia Magri che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Pietro Di Salvo, il pensionato accusato dell’omicidio dell’amica Fernanda Paoletti avrebbe organizzato tutto a tavolino. «Non si può non sottolineare come l’indagato si sia dimostrato scaltro e di una lucidità e freddezza non comuni» riporta il provvedimento da cui emergono nuovi particolari sul doppio volto dell’ex operaio di 72 anni. Da un lato il pensionato abitudinario tifosissimo della Juve con la passione per il giardinaggio, dall’altro un killer spietato capace di studiare un piano con l’obiettivo di sviare le indagini. O, quantomeno, di ritardarle. Perché se è vero che gli investigatori della squadra mobile coordinati dal pm Maria Beatrice Zanotti hanno capito sin dai primi minuti che l’anziana vittima non poteva essersi suicidata con quel cordino legato a un termosifone; è altrettanto vero che senza la fondamentale testimonianza dell’amica che ha fatto il nome di Di Salvo, gli inquirenti avrebbero avuto qualche difficoltà in più per arrivare al pensionato. Anche ammesso che le analiMa si del Dna ritrovato sul cordino avessero fornito qualche risposta, sarebbe risultato assai difficile poterlo comparare con qualcuno perché l’anziano, incensurato, non era mai stato schedato prima. Ed è probabile che l’indagato, avendo portato via il cellulare della sua vittima, fosse convinto di aver eliminato qualsiasi traccia che potesse ricondurre a lui. Ma grazie all’ami- ca, la procura è riuscita a puntare i fari sull’anziano e a iniziare a minare il castello di carte che aveva provato a costruirsi. A partire proprio dal cellulare di Fernanda ritrovato all’interno della sua auto, insieme all’altra metà del cordino utilizzato per strangolare l’anziana. Elementi che hanno portato pm e gip a contestargli l’aggravante della premeditazione.
vi è un altro particolare che fa propendere per l’ipotesi di una regia studiata: lo sportello del freezer ritrovato aperto. All’interno lo scompartimento era completamente vuoto e nell’appartamento di Fernanda non vi era nulla che potesse lasciare pensare al fatto che fosse stata l’anziana ad aprirlo, prima di venire sorpresa dal suo assassino. Esclusa, inoltre, l’ipotesi che volesse «sbrinare» il congelatore perché l’apparecchio è risultato collegato alla presa di corrente e il vano frigorifero era correttamente chiuso e funzionante. L’idea riportata nell’ordinanza del gip è che a lasciare aperto lo sportello possa essere stato proprio il Di Salvo di suo proposito. Il motivo? Rinfrescare la stanza e allungare i tempi di decomposizione del cadavere per fare in modo che i vicini di casa dessero l’allarme il più tardi possibile. Inoltre, probabilmente proprio per «arieggiare» l’abitazione, la finestra sul retro dell’appartamento era stata lasciata aperta. «Lucido e freddo» ribadisce il gip Livia Magri che nei prossimi giorni potrebbe sentirlo per l’interrogatorio di garanzia. Chi ha avuto modo di interrogarlo lo descrive come «distaccato»: mai una lacrima né il minimo cenno di disperazione quando gli veniva chiesto di Fernanda. Quella che lui stesso avrebbe definito «la mia amante», uccisa al culmine di un litigio.